URO


Uro – Racconti di mucche e mostri nazisti
L’uro, una gigantesca vacca estinta da tempo, affascinava i nazisti, che tentarono di allevare la specie riproducendola.

Hitler voleva farla diventare la vacca ariana. “Lei” è un’antica bestia resuscitata molto tempo fa, prima che l’Europa si trovasse popolata da altri tipi di animali “razzialmente degenerati”.

Hermann Goering aveva un tale desiderio di ricreare il possente animale che un tempo fungeva da selvaggina per i cacciatori romani che assunse due scienziati nazisti per riportarlo in vita. Questo animale era l’uro.
Il progetto sembra essersi concluso con la seconda guerra mondiale, quando quasi tutto il bestiame ospitato negli zoo di Berlino e Monaco è stato ucciso.
Oggi, invece, a quasi settant’anni di distanza, alcuni discendenti di questa illusoria impresa – riportare in vita mostruosi bovidi che un tempo vagavano per l’Eurasia – si possono osservare pacificamente rimuginare nei pascoli al confine tra Devon e Cornovaglia.
Un ecologista nel sud-ovest dell’Inghilterra ha infatti acquisito una mandria di tredici “mucche diaboliche”
dal nome dei due fratelli zoologi tedeschi che hanno dato alla luce questa bestia tarchiata e dalle lunghe corna nell’ambito di un progetto finanziato dai nazisti – per collocarle nella sua fattoria di specie rare.
Derek Gow, 44 anni, ha già una collezione di castori, puzzole e arvicole. Ha comprato le nove mucche e quattro tori da un parco naturale belga che aveva allevato una mandria di razza Heck dai pochi animali sopravvissuti trovati allo zoo di Hellabrunn a Monaco dopo il 1945.

Nella sua fattoria a Lifton, vicino al Parco Nazionale di Dartmoor [contea del Devon], Derek Gow dice:
“I nazisti volevano resuscitare l’uro per evocare il potere del folklore e delle leggende germaniche”.
“Nel periodo tra le due guerre, si pensava che fosse possibile, attraverso l’incrocio selettivo di animali, e persino di umani, trovare i tratti distintivi ariani descritti nei testi runici e nel folklore. I futuri guerrieri cacciavano questi tori per prepararsi alla guerra e al comando. La caccia era una delle attività preferite da persone come Goering”.
Capo della Luftwaffe e successore designato di Hitler, Goering voleva replicare un serraglio di antichi animali “nobili” nelle sue riserve di caccia personali in Prussia, l’attuale Polonia. La sua ossessione fu tale che autorizzò personalmente Heinz e Lutz Heck a continuare il programma avviato negli anni ’30, volto a ricostituire l’uro incrociando specie bovine esistenti.
Heinz Heck, direttore dello zoo di Monaco, era con il fratello un ammiratore di Eugen Fischer, uno dei padri della pseudo-scienza delle razze nazista. Ha incrociato diverse razze bovine, tra cui l’altopiano, il frisone e persino il corso.
Da parte sua, Lutz Heck, che gestiva il più grande zoo di Berlino, incrociò tori da combattimento spagnoli con altre razze. Il frutto dell’incrocio di questi ibridi con le mucche Heinz è stato dichiarato una “versione risorta dell’uro”.

Dopo la guerra, Heinz Heck scrisse di aver ammirato la forza bruta della sua creazione, che secondo lui “sembra disposto a combattere fino alla morte”.
Ora è accettato che le mucche di Heck, alcune delle quali erano state introdotte nella tenuta di caccia privata di Goering, fossero in realtà molto lontane dall’uro, e che i due fratelli fossero riusciti solo a crearvi un facsimile di una mucca primitiva.
La genetica moderna ha da tempo stabilito l’impossibilità di ricostituire una specie estinta.
Derek Gow rifiuta categoricamente che l’immagine dei suoi animali sia contaminata da un’associazione con il nazismo e afferma che la loro robustezza consentirebbe loro di evolversi liberamente in natura, come l’uro.
“Non credo che sia più malsano possedere mucche Heck che guidare una Volkswagen [marchio creato da Hitler]”,
dice. È stata una gara di fantasia. Ma è anche una razza di qualità e straordinariamente robusta, con un noto pedigree. Queste bestie potrebbero benissimo un giorno tornare allo stato brado e tornare ancora una volta quei grandi animali che un tempo vagavano per le foreste.
Storia

L’uro, che poteva arricciare la tonnellata e misurare fino a 2 metri di altezza, era descritto da Giulio Cesare come “leggermente più piccolo dell’elefante” e dotato di “forza e velocità straordinarie”. Questo bovide è stato cacciato in gran parte dell’Europa fino al XVI secolo. Nel 1700 nei primi zoo polacchi rimasero solo pochi esemplari. Esiste già in epoca preistorica poiché la sua rappresentazione sulle pareti della grotta di Lascaux è lunga più di 5 metri. Simbolo di potere per gli antichi greci, fu ritenuto responsabile dei terremoti. La mitologia rumena lo descrive come il dio delle acque e della fertilità. Dormendo in cima alle montagne, al risveglio si scuoteva, facendo cadere la rugiada.