Una straordinaria cornice trentina

by Cristiano Sandona’ – Federico Ottolini

All’interno di una straordinaria cornice trentina assieme al Direttore di Agritalivox in un pomeriggio di inizio luglio abbiamo avuto il piacere di conoscere Marika e Walter.

Questi due ragazzi, lui nativo di Luserna, lei dalla provincia di Varese ci hanno mostrato il loro splendido gruppo di animali legati profondamente al loro vissuto personale.

Ciò che colpisce di questi due giovani è la loro straordianaria semplicità e il loro attaccamento per questo territorio dal sapore di antica fiaba. L’amore per gli animali vero e sincero può ben riassumere il loro modo di essere.

La loro è un’esistenza semplice, ma vissuta con tanta passione e tenacia all’interno di questa splendida cartolina montana
dove il passato sembra fondersi e amalgamarsi con il presente e il futuro.

La particolarità straordinaria di questo modo di vivere è l’accoglienza e l’apertura verso il prossimo. E questa apertura si riverbera non solo verso le persone, ma soprattutto verso  gli animali.

E questo li rende entrambi davvero speciali. Molti sono i racconti, che nel corso degli anni, li hanno resi protagonisti del loro territorio; ma tutte queste storie sono legate da un unico comune denominatore, ovvero la capacità di accogliere bene le persone e di amare moltissimo gli animali.

Qualtà questa che, nel corso degli anni, ha permesso a Walter e a Marika
di accogliere vari animali anche malati e di guarirli con il loro impegno e forte devozione.

Ora è necessario dare anche alcuni riferimenti storici a questa piccola,

ma piacevole comunità che con cura e attenzione conserva il passato per traghettare le nuove generazioni in un futuro dalle radici non più così sicure e ben radicate come una volta.

Questa amena località si trova in mezzo alle montagne, a ben 1333 m sul livello del mare nella zona a sud-est di Trento.

Quasi tutti gli abitanti infatti, quasi 300, conoscono il cimbro cioè una lingua simile all’antico bavarese. Lusèrn è un luogo, in cui il tempo si è fermato e le vecchie tradizioni continuano a sopravvivere.

Il territorio è piacevolmente visitabile sia in estate sia in inverno. I terrazzamenti naturali creano profonde valli e strapiombi.

Luoghi che si possono attraversare con piacevoli passeggiate nei sentieri presenti nel verde di questo territorio. Luserna in effetti è formata da due nuclei abitati. La prima zona si snoda su una piccola parte di pianura a cavallo del Tal Von San Antone.

La sua struttura è quella consueta del “Strassendorf”, ovvero un paese che presenta lungo una strada il proprio abitato.

Oltre il crinale di Malga Campo si trova il secondo nucleo di abitanti,

che è formato da tre ” villaggi estivi” di Bisele: Untarhausar (case di sotto);

Obarhausar (case di sopra) e Galen (soprannome di una famiglia del loco). Gli altopiani, dove si trova Luserna, sono stati purtroppo ripetutamente colpiti dalla Grande Guerra.

Lo scontro bellico ne ha pesantemente modificato il paesaggio, lasciando perciò evidenti tracce di quel triste passato.

Forte Luserna, già famoso durante il primo conflitto mondiale, si trova a 1549 metri di altezza sull’altura di Cima Campo

e nel 1912 venne costruito per controllare i territori sottostanti.

Dai militari italiani veniva chiamato “il Padreterno”, per la propria capacità di resistere ai bombardamenti.

Il Forte in effetti fu il principale obiettivo di guerra durante i primi cinque del conflitto. Dal 25 al 29 maggio 1915, l’edificio venne colpito da almeno 5000 proiettili dell’artiglieria italiana.


Oggi, infine, è possibile visitare alcuni locali interni dell’ex-forte austroungarico e osservare i 210 metri di galleria che collegavano l’edificio agli avamposti.

Svelato il mistero delle capre e delle pecore con quattro corna

“cucadores” il becco policerico

Non per tutti è possibile imbattersi in capre con quattro corna, grazie all’incontro con Walter e Marika posso dire di avere realizzato un piccolo sogno.

Ma venendo all’aspetto scientifico legato a questa particolarità e grazie a un team di ricercatori dell’INRAE, dell’Università di Ginevra, finalmente abbiamo avuto una risposta sulle origini di questa “anomalia morfologica” 

Pubblicati sulla rivista Molecular Biology and Evolution il 16 febbraio 2021, i loro risultati mostrano che tutti gli animali policerici studiati portavano una mutazione nello stesso gene: HOXD1.

Alcuni membri della famiglia dei Bovidae hanno corna aggiuntive e alcune razze ovine locali (come le Ebridi, Jacob, Manx Loaghtan, Boreray e Navajo-Churro),

selezionate da molte generazioni di allevatori, sono note per le loro molteplici corna. Anche alcune capre possono sviluppare spontaneamente un paio di corna in più, in particolare nelle Alpi.

La prova dell’esistenza di questi animali, noti come policerati, risale a diversi secoli fa.

Ad esempio, il trasferimento di una capra con quattro corna dalla città di Bulle in Svizzera alla fattoria della regina Maria Antonietta a Versailles nel 1786, come da lei richiesto, è debitamente registrato. Tuttavia, le cause genetiche di questa anomalia morfologica sono rimaste fino ad ora sconosciute.

altre capre policericche

Studiando il genoma di oltre 2000 capre e pecore, i ricercatori sono stati in grado di risolvere il mistero. I loro risultati hanno infatti rivelato che gli individui policerici sono tutti portatori di una mutazione che colpisce lo stesso gene: HOXD1.

Si tratta di un gene omeotico, il che significa che è coinvolto nell’organizzazione del piano corporeo durante lo sviluppo degli embrioni.

Sebbene la mutazione osservata negli ovini e nei caprini sia diversa,

in entrambi i casi porta ad una riduzione della quantità di proteina HOXD1 prodotta dall’omonimo gene.

I ricercatori sono stati in grado di determinare che la funzione del gene HOXD1 è quella di delimitare la regione in cui le corna possono crescere su entrambi i lati della testa dell’animale.

Quando si verifica una mutazione genetica, la superficie si espande, provocando la scissione delle gemme del corno durante lo sviluppo embrionale e, di conseguenza, la crescita di corna soprannumerarie. Si tratta di una funzione nuova e inaspettata per un gene omeotico che si è probabilmente evoluta in modo specifico con la comparsa dei bovidi, e che consente di determinare l’area precisa in cui emergeranno questi organi distintivi, nonché il loro numero.


Resta il fatto, scienza a parte  che a Luserna c’è un piccolo patrimonio di biodiversità, di inestimabile valore , e và il nostro  personale grazie a Walter e Marika per l’impegno e il cuore che stanno mettendo in questo loro percorso.

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