Una razza “inventata” dal fascismo

Gallo Gigante Nero: la razza italiana che non esisteva

Una razza inventata a tavolino per essere italiana, sotto il Fascismo. Diventata Presidio Slow Food e ora tipica della Val di Fassa. Ma prima del Ventennio, non era mai esistita.

Il Gallo Gigante Nero d’Italia non è mai esistito.

Fu Mussolini in epoca fascista a crearlo ex novo a partire da alcune razze, perché voleva un pollo gigante che sfamasse la numerosa famiglia italiana e ne diventasse un po’ il simbolo.


Razza inventata: l’allevatore Frau Sanna, come si evince da un documento nel 1924, si mise all’opera e riuscì a produrre un animale di ben 6 kg, perfetto per l’esigenze del Duce.


Quindi la Gigante Nera d’Italia non è affatto una razza antica, né tantomeno un animale andato in estinzione da recuperare.

Una razza creata ex novo

Fu costruita con il manto nero e con una bella cresta rosso vivo a cinque punte solo per mere questioni estetiche.

L’esperimento avvenne a Genova, nel Pollaio Provinciale, e nel corso del tempo non uscì da questo territorio, anche se non ci sono documenti che lo attestano.


Dopo anni nel dimenticatoio, non si sa se scomparse del tutto o forse no, all’inizio del millennio scoppiò la moda del recupero di “qualsiasi cosa che fosse antica”

così anche il Gallo Nero venne classificato come tale, ovvero come una razza antica da recuperare, per questo Presidio Slow Food dal 2010 come Gallo Nero della Val di Vara.


La Val di Vara è una vallata ligure in provincia di La Spezia, dove pare abbiano ritrovato qualche capo, forse discendente da qualche pollo volato via

o di qualche gallo dato in dono da Genova a qualche parente in valle, anche se in realtà per mantenere una razza nel tempo ci vogliono ben più capi.


Quindi non si tratta affatto né di una razza antica, né tantomeno in estinzione e nemmeno del Val di Vara.

Il Gallo Nero in cucina

Se le altre razze di solito raggiungono il peso ideale di oltre tre chili in circa tre, quattro mesi, quella nera lo raggiunge dopo almeno dieci.

Il Gallo Nero è una razza a duplice attitudine, ovvero sia per le uova che per la carne.


Nel primo caso ne produce meno delle altre galline, circa la metà, per un totale di massimo 150 uova all’anno.


Nel secondo caso, essendo una razza che si muove molto e che preferisce gli spazi aperti, la sua carne risulta più secca, soda e magra, quasi dura a tratti.
Per questo non è indicata per lo spiedo o per la la brace, ma più per altre preparazioni, quali ad esempio in umido o in casseruola con peperoni e purè di patate al limone.


La scrittrice Gabriella Molli ha riunito alcune ricette che meglio valorizzano il Gallo Nero in cucina in un libro tutto dedicato a questa razza:

disossato ripieno, stufato di rigaglie, bollito in terrina, a pezzi in forno, ma anche come ragù per tortelli di patate e o tagliatelle.

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