Un pezzo di pane

“Quando un pezzo di pane cadeva per terra e lo si era raccolto, lo si baciava. Si diceva che il Signore, per insegnare che il pane era sacro, fosse sceso da cavallo per raccoglier un grano di frumento che aveva poi baciato.”(citazione da “Civiltà rurale di una valle veneta: la Val Leogra” – Accademia Olimpica – Vicenza 2016, pag. 298)

“Il miraggio di tornare indietro nel tempo, all’origine di ogni cosa, ai primi due chicchi di grano che si sono abbracciati a formare il primo pane.”
(Fabrizio Caramagna)

“Non c’è cibo di re più gustoso del pane.”
(Proverbio)

di Zia Nicoletta alias Nicoletta Carollo

Molto spesso siamo poco abituati a riutilizzare ciò che è stato preparato in eccedenza per i pasti della famiglia o di un pranzo o di una cena con amici. Questo accade perché la parola “avanzi” dà una sensazione di “rimasuglio”, di un qualcosa di non riutilizzabile per risparmiare.

In questo caso viene in aiuto la fantasia, il “genio culinario”, l’inventiva di chi deve provvedere alla preparazione dei pasti.

Non solo quando i costi delle materie prime, degli alimenti basilari lievita, è necessario provvedere a “recuperare”, a “sfruttare” nella sua totalità ogni elemento/alimento a nostra disposizione, ma anche quando si vuole sfruttare al meglio ciò che è a nostra disposizione.

Prendiamo ad esempio il pane; quante volte è capitato di averne comprato in eccedenza! Penso che a quasi tutti sia successo.

Molte volte, quando si preparano delle ricette è specificato di “eliminare” la crosta; invece di gettarla nell’umido, bisognerebbe pensare di farla seccare e macinarla così da ottenere dell’ottimo pangrattato per impanare delle cotolette; con una dose più consistente di pane raffermo si possono preparare degli gnocchi di pane e, perché no, anche i canederli o, meglio ancora, un “macafame” dolce con l’aggiunta di mele e frutta secca, o più semplici cubetti di pane raffermo conditi e saltati in padella o passati in forno a seccare e ottimi mangiati così, come spezza fame o inzuppati in una minestra di brodo di carne o di verdura.

CROSTINI DI PANE

Ingredienti

pane raffermo a cubetti secondo disponibilità

sale, pepe ed erbe aromatiche a piacere

una o più spruzzate di olio E.V.O.

Procedimento

Condire i cubetti di pane con sale, pepe, un trito di erbe aromatiche (se piacciono) e una o più spruzzate di olio, a seconda della quantità di pane. Fare attenzione a non eccedere con i condimenti.

Saltare i cubetti di pane così conditi in una padella antiaderente o fatti seccare e leggermente colorire in forno preriscaldato a 180°, non devono bruciacchiarsi.

MACAFAME

Anticamente questo dolce veniva preparato dopo l’uccisione del mas-cio (maiale) di cui si adoperava praticamente tutto. Il macafame allora era molto più “ricco” e nutriente di come lo si prepara ai giorni nostri perché, per imbibire il pane raffermo si adoperava l’acqua di cottura del cotechino o della bondiola (e non il latte) e all’interno del dolce, oltre agli altri ingredienti, si aggiungevano i “sossoli” cioè i ciccioli, ossia la parte carnosa residua dopo lo scioglimento dei vari grassi del maiale: grasso sottocutaneo (lardo e pancetta), grasso viscerale (sugna), grasso strutturale (guanciale).

C’è un’altra questione difficile da districare che è quella del nome: macafame, pinsa e putana sono tre nomi attribuiti a tre dolci simili ma non uguali o stanno ad indicare lo stesso dolce? Penso che, alla fine, la questione del nome rimarrà sempre un dilemma, così come la varietà e quantità degli ingredienti usati per la preparazione del macafame. Ogni famiglia che prepari questo dolce, ogni zona in cui si prepara e i vari libri riportano ricette diverse tra loro per tipo, quantità e varietà degli ingredienti.

Procedimento

Bagnare il pane con il latte tepido, unire lo zucchero e la scorza grattugiata del limone e dell’arancia e lasciare riposare per tutta una notte.

Il giorno dopo accendere il forno statico per portarlo a 180°.

Bagnare le mele col succo di limone e mettere l’uvetta nel succo dell’arancia.

Al composto, fatto riposare per una notte, unire l’uovo leggermente sbattuto, il lievito, la frutta secca, la grappa, le mele col succo di limone e l’uvetta col succo d’arancia.

Mescolare bene e aggiungere da ultima la farina (può essere che no serva tutta).

Ungere leggermente e infarinare uno stampo per dolci, versarvi l’impasto, livellarlo bene.

Infornare e cuocere per 55-60 minuti, poi spegnere il forno e lasciarvi dentro il macafame per circa 20 minuti prima di togliere il macafame dalla tortiera aspettare che si sia raffreddato completamente.

Ti potrebbe interessare anche...