Un mondo senza Internet


Una tempesta solare estrema potrebbe mettere ko internet
Un mondo senza internet, nel 2021, appare inconcepibile. Lavoro, servizi pubblici, svago: tutto ruota intorno alle connessioni online e un avvenimento che ci spedisca di colpo offline sembra degno di un film catastrofico. Eppure, non è una possibilità così remota. Colpa delle tempeste solari.
Eventi molto rari, ma non impossibili, tanto da essersi già verificati almeno due volte nei secoli scorsi. Allora avevano creato non pochi disagi, ma adesso, nel nostro mondo internet-dipendente, la situazione potrebbe essere molto più grave del previsto.

È quanto emerge da uno studio, non ancora sottoposto al processo di revisione tra pari, condotto dall’Università della California
Breve storia delle tempeste solari
Roma, notte tra il 28 e il 29 agosto 1859. Tra le 2 e le 3 del mattino il cielo diventa chiaro, sui toni del rosa e del rosso, e compaiono curiose colonne luminose all’altezza dell’undicesimo meridiano magnetico: è un’aurora boreale.
Lo stesso fenomeno si verifica a latitudini ancora più vicine all’equatore: in Colombia, a Cuba, in Giamaica. I cavi elettrici dei telegrafi prendono fuoco, gli strumenti di rilevazione magnetica sembrano impazziti: questo fenomeno prenderà il nome di evento di Carrington e si tratta della più grande tempesta solare mai osservata da strumenti astronomici.
L’attività del Sole, infatti, emette una nebbia di particelle elettromagnetiche note come vento solare, che colpisce la Terra e che in gran parte viene deviato verso i poli dallo scudo magnetico. Le aurore che si verificano agli apici degli emisferi terrestri sono dovute proprio al vento solare.
A volte, però, il flusso delle particelle può intensificarsi, dando luogo a una vera e propria tempesta solare, o tempesta geomagnetica.
Durante la tempesta, le emissioni che derivano dalla corona solare generano un flusso di particelle elettromagnetiche molto più forte rispetto al normale che investe la Terra, dando luogo ai fenomeni che si sono verificati con l’evento di Carrington. .

Gli scienziati stimano che la probabilità che eventi del genere abbiano un impatto diretto sulla Terra sia compresa tra l’1,6 e il 12% per decennio: si tratta, insomma, di eventi molto rari, ma possibili.
Infatti la storia recente ha registrato, oltre all’evento di Carrington, un’altra tempesta solare estrema, nel 1921.
Anche fenomeni più ridotti possono mettere in crisi le nostre infrastrutture. Nel 1989 una tempesta solare di minore entità ha causato un blackout di nove ore nella provincia canadese del Quebec, con notevoli disagi.
Indagare la vulnerabilità di internet
Nel 1989, però, le attività degli esseri umani erano molto meno dipendenti da internet: se un evento dell’ordine di grandezza di quello del 1859 avvenisse adesso, l’impatto sulle attività degli esseri umani potrebbe essere drammatico.

Secondo il ricercatore, le vulnerabilità di questa infrastruttura sono numerose, rendendola assolutamente impreparata a un evento del genere: una forte tempesta solare potrebbe far precipitare il mondo in una “apocalisse di internet“, in cui intere fasce di popolazione sarebbero escluse dalla connessione per intere settimane, o mesi, con esiti disastrosi.
Se le connessioni internet locali e regionali sono a basso rischio, infatti, ciò non vale per i lunghi cavi sottomarini che collegano i continenti. Sono dotati di ripetitori per aumentare il segnale che sono molto vulnerabili alle correnti geomagnetiche.
Basterebbe, infatti, che un solo ripetitore finisse offline a causa di una tempesta solare per mandare fuori uso intere porzioni di cavi sottomarini. Ciò porterebbe all’isolamento di diversi territori.
Le conseguenze potrebbero essere drammatiche.
Il ricercatore ritiene che la soluzione sia cercare fin da subito strategie preventive per questo tipo di eventi, come la posa di più cavi internet a latitudini più basse e lo sviluppo di test di resilienza che si concentrano sugli effetti dei guasti di rete su larga scala.