Tutti zitti


Quella furbata sulle pensioni che fa ricchi i sindacalisti
Tutti zitti, i sindacalisti non vanno toccati…Tra le molte storture del sistema pensionistico italiano c’è però proprio la situazione di questi signori, che in molte situazioni hanno un trattamento previdenziale che è fino al 60% migliore di quello dei cittadini qualunque
Il welfare italiano ha nel sistema pensionistico la sua manifestazione più eloquente.
Non c’è infatti nulla di più ingiusto e corrotto di questo modo malavitoso di sottrarre risorse ai lavoratori, obbligandoli a destinarli all’Inps, per poi distribuirli in maniera totalmente arbitraria.
Com’è noto, le pensioni di Stato sono da sempre al cuore degli interessi del mondo sindacale.
Chiunque provi a immaginare un’alternativa al sistema attuale si trova fatalmente dinanzi al fuoco di sbarramento delle organizzazioni dei lavoratori, tanto più che la Triplice si regge ormai più sui pensionati che sugli iscritti in attività.
tra le molte storture del sistema pensionistico italiano c’è però proprio la situazione dei sindacalisti
che in molte situazioni hanno un trattamento previdenziale che è del 60% migliore di quello dei cittadini qualunque
e il tutto grazie a una miserabile furbizia.
Prima che un sindacalista lasci il lavoro, infatti, la sua sigla versa all’Inps un contributo extra e poiché la pensione è calcolata sugli ultimi versamenti, il gioco è fatto.
Più volte si è provato a mettere fine a questa vergogna, ma i ministri del lavoro hanno sempre bocciato le proposte:

la prima volta fu Giuliano Poletti e la seconda Luigi Di Maio. (faccio notare stranamente sempre ministri di sinistra)
Di fronte a questo sistema, in cui lo Stato toglie a tutti come gli pare e poi redistribuisce privilegiando gli amici degli amici
quanti lo difendono sono tra coloro che si avvantaggiano, e non certo tra quanti pagano tanto per avere pochissimo.
L’Inps è da sempre l’orticello dei sindacati e ancora oggi essi sono magna pars nel Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’ente.
Quando ci si riferisce ai comuni mortali, il futuro è già piuttosto definito: i nostri figli pagheranno contributi sempre più pesanti e in molti casi saranno costretti a emigrare (poiché perché un prelievo parafiscale tanto alto uccide il lavoro);
mentre noi dovremo lavorare anche ad età avanzata e per vitalizi sempre più modesti.
I sindacalisti si stanno difendendo sostenendo che tutto avviene secondo le regole.
Certo, cari sindacalisti, pure la pena di morte avviene applicando le regole la dove è prevista, ma non è detto che sia una regola giusta.

Peccato che il problema siano proprio queste norme, oggettivamente scandalose, e che ciò sia inevitabile tutti noi siamo governati dall’arbitrio del regolatore e da quanti sono in condizione di condizionarlo a proprio favore.
fonti – INPS riferimento – Il giornale.it