SPECULAZIONE

Ciò che accade in questo periodo si può tranquillamente racchiudere in un’unica parola, «speculazione».

di Cristiano Sandona’

Ciò che accade in questo periodo si può tranquillamente racchiudere in un’unica parola, «speculazione».

Con il Covid, si è registrata la corsa dei Paesi ricchi ad accaparrarsi i terreni fertili e potenziare le riserve interne per il timore di nuove chiusure.

Secondo un’indagine presentata da Coldiretti Giovani al G20 di Firenze

a livello mondiale nell’ultimo anno sono saliti a 93 milioni gli ettari di terra coltivata sottratti ai contadini dalle Nazioni avanzate e dalle multinazionali, per speculazioni e attività non agricole.

E sommessamente crediamo che il complice silenzio delle istituzioni nazionali faccia pensare a un piano studiato a tavolino e purtroppo condiviso.

Altrettanto spaventosa se permettete è la non reazione dei soggetti a cui le terre vengono di fatto sottratte che sembrano non capire cosa gli sta accadendo sulla testa.

Il settore è stato già colpito duramente dalle conseguenze della pandemia che ha ridotto i consumi e gli scambi commerciali

aumentando l’incertezza sul mercato e sulle abitudini dei consumatori.

Nei mesi scorsi i mangimisti hanno cercato di non scaricare il rincaro delle materie prime sugli allevatori ma

a fronte della consolidata tendenza rialzista, questa posizione diventa ormai impraticabile, con inevitabili conseguenze lungo tutta la filiera.

La soluzione più immediata che possiamo attuare è rilanciare i consumi interni di prodotti italiani

eliminare tutte le barriere che impediscono ai nostri prodotti di presentarsi sui mercati internazionali a più forte crescita,

garantire la sostenibilità finanziaria della zootecnia nel suo complesso e un piano di potenziamento delle produzioni nazionali.

È a rischio la sopravvivenza stessa della zootecnia italiana.

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