Puccia salentina dell’Immacolata

La Tradizionale Puccia Salentina dell’Immacolata a Pranzo. Il digiuno della vigilia con un panino alto e soffice, con tanta mollica bianca e farina in superficie.

La Tradizionale Puccia Salentina dell’Immacolata a Pranzo

Il digiuno della vigilia con un panino alto e soffice, con tanta mollica bianca e farina in superficie.

La tradizione vuole che il 7 dicembre, giorno che precede l’Immacolata, in Salento si osservi una sorta digiuno con astinenza dal mangiare carne.

A mezzogiorno di solito si preferisce pranzare con la storica Puccia Buffetto, imbottita in genere con tonno, pomodori, alici e accompagnata a qualche pezzo di formaggio ed un buon bicchiere di vino.

La sera poi si festeggia con piatti a base di pesce (perlopiù baccalà) e ricche pittule semplici o farcite in vari modi.

Ricordo che da piccoli non vedevamo l’ora che arrivasse questa giornata per preparare da soli le nostre pucce. Ancora oggi l’entusiasmo è lo stesso di allora, anche per chi purtroppo non vive più in zona.

Per loro ne mettiamo sempre qualcuna da parte in congelatore che consumeranno non appena faranno un salto qui, magari per le ormai prossime vacanze di Natale.

E così stamattina appena finito di fare colazione mi sono subito recato al forno vicino casa e dopo una lunga fila (distanziata)

ho portato a casa una dozzina di pucce ricoperte, come da tradizione, di abbondante farina.

Nel sacchetto non potevano ovviamente mancare quelle con olive nere (intere, con nocciolo) da stuzzicare come aperitivo durante la preparazione delle classiche.

Prima di passare alla farcitura ho lavato, sgocciolato, tagliato e organizzato ogni ingrediente con cura e aperto il pane che si presentava con altissima soffice mollica e crosta croccante.

E allora via con filo d’olio di oliva sulle parti interne del pane, rucola in abbondanza e pomodori ciliegino a fette, ricchi di semi al loro interno.

E poi due scatolette di tonno (non del tutto sgocciolato, per garantire una migliore umidità al panino), capperi “paesani” salati dal gusto deciso

filetti di acciughe puliti a mano, e alcuni pezzi di formaggio svizzero tagliati in maniera grossolana.

Una volta richiuso il Buffetto Salentino l’ho trafitto e saldato con uno stecchino in bamboo. Non restava che riempire un bicchiere da osteria con del vinello rosso locale e prendere posto a tavola.

Sono d’accordo con voi che questo non può considerarsi ancora un digiuno ma per noi resta una piacevole ricorrenza da tramandare alle future generazioni.

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