Per volare in alto

di Cristiano Sandonain collaborazione con Antonella Pisatturo

“Arriva il giorno in cui una persona si ferma e guarda al passato…..

Per volare in alto è stato  scritto a due mani perché ho ritenuto che l’argomento meritasse un approfondimento sia di natura psicologica che personale, ringrazio la dott.ssa Antonella Pisatturo per la collaborazione.”

Ma veniamo al tema.

Per volare in alto e raggiungere la vera felicità, la vita ci separerà da qualche bagaglio di troppo. Questa liberazione non è traumatica, ma costante, e dobbiamo essere in grado di accettarla per non ostacolare la nostra crescita personale, l’opportunità di essere liberi ed autentici.

Lo psicologo sociale Rober t Levine realizzò un esperimento molto interessante, che aveva come scopo quello di analizzare l’ipotetica relazione tra il ritmo della vita e la complessità personale con la felicità. 

Lo studio venne svolto presso diverse società di tutto il mondo, e per questo vennero utilizzate quattro variabili concrete.

La prima era la velocità alla quale camminavano le persone durante le ore di punta; la seconda il numero di volte che guardavano l’orologio; la terza il numero di contatti personali presente nelle rubriche dei loro telefoni; la quarta, ed ultima, il modo in cui queste persone si rilassavano quando avevano del tempo libero.

I risultati furono stupefacenti: ad una maggiore complessità personale corrispondeva una maggiore infelicità.

Secondo il dottor Robert Levine, le persone che vivono nelle società moderne si muovono troppo velocemente, sono ossessionate dal tempo e accumulano cose e persone come se mettessero oggetti in un ripostiglio, pensando che in questo modo otterranno uno status migliore e il benessere stabilito dalle norme.

Niente di più sbagliato. Per volare in alto, bisogna semplificare e, soprattutto, liberarsi di vari pesi. Vi propongo di riflettere al riguardo.   

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Se volete crescere, dovete imparare a volare

Crescere è un processo naturale, tutti lo facciamo. Tuttavia, aggiungere delle tappe al nostro ciclo vitale ci porta spesso ad interpretare la realtà nel modo sbagliato. Quando siamo giovani, la famiglia la scuola e l’ambiente che frequentiamo ci inculcano l’idea che crescere sia sinonimo di guadagnare cose: indipendenza, libertà, esperienze, relazioni, beni materiali…  

Idealizziamo la maturità, poiché ci hanno venduto l’idea che 

“quando saremo grandi, avremo il mondo ai nostri piedi”. 

Forse per questo motivo man mano che cresciamo iniziamo a provare una sensazione di disillusione, perché quelle promesse non si realizzano, perché la felicità non è una legge e perché non esistono ricompense psicologiche o economiche per il semplice fatto di compiere gli anni.

Capiamo che la vita è dura e allora ampliamo i nostri filtri personali e lasciamo che tutto ciò che arriva resti e trovare, così, un surrogato della felicità.

Avere tanti amici, anche se non tutti ci vanno a genio, è quasi necessario e a volte ci distrae. Avere un partner è obbligatorio, perché non esiste niente di più terribile della solitudine.

Non va bene, bisogna apportare delle modifiche. Dobbiamo riprogrammare il GPS delle nostre vite ed orientarlo verso un’unica direzione: verso l’alto. 

Io personalmente a un certo punto della mia vita l’ho fatto, ho riprogrammato il GPS

mi sono girato e ho guardato in maniera distaccata ciò che il passato mi aveva riservato

e ho rivisto ragazzini che in giovanissima età mi stolkizzavano perché ero (per fortuna diverso da loro) e ho capito che in definitiva erano solo dei piccoli prepotenti ignoranti, probabilmente cresciuti in famiglie altrettanto ignoranti, che poi guarda caso nella vita si sono rivelati degli uomini insignificantisostanzialmente dei numeri di cui nel futuro nessuno si ricorderà

ho rivisto degli insegnanti dire ai miei genitori che ero un bambino con difficoltà di apprendimento, poi la vita…beh giudicate voi

Sulla mia pelle ho sentito scorrere la cattiveria dis-umana di piccoli uomini semi analfabeti che purtroppo hanno prevalso sulla ragione e il sapere, per scelta maggioritaria della gente che li circondava e gli ha dato la possibilità di emergere , li ho  capito che in definitiva ognuno preferisce il proprio simile e non vale la pena scendere per mettersi al loro livello, meglio lasciarli strisciare nel loro ambiente

Ho sentito e visto persone diffamarmi inventandosi di tutto e il suo contrario, solo per invidia e una sostanziale ignoranza preponderante che li rendeva incapaci di capire il male che facevano e che purtroppo fanno col loro dileggio…solo povere persone appunto

E rivisto una politica di bassa lega a cui avevo aderito con la speranza di un futuro migliore isolarmi, nonostante risultati eccellenti ottenuti e certificati addirittura dalla corte dei Conti durante il mio incarico da Assessore al bilancio della Provincia di Vicenza solo perché non ero “gestibile” e nelle grazie di qualche capo bastone beota, ma soprattutto perché ho avuto il coraggio di segnalare alla magistratura il malaffare in politica

Si, ho rivisto tanta miseria umana nel mio passato, forse troppa, ma ringrazio queste “piccole” persone perché la loro pochezza è risultata propedeutica per farmi diventare un UOMO che ha imparato a volare in alto, forse troppo in alto per loro, ma sufficientemente in alto per consentirmi di vivere bene e serenamente

Dobbiamo imparare a volare in alto per sopravvivere a questa società

molto in alto, liberiandoci dai convenzionalismi, dalle persone che non ci apportano niente, dalle routine che spengono la nostra creatività, dagli spazi e dalle dinamiche che tarpano le ali della nostra crescita personale e della nostra essenza, dalla classica idea infantile che ci porta a pensare che più cose abbiamo, più felici saremo.

Non è il modo giusto di vivere. Come ci spiega Robert Levine, la vita non significa accumul.are oggetti in un ripostiglio o contatti nella propria agenda telefonica. Vivere significa volare e per riuscirci è necessario ridurre il ritmo e sbarazzarsi di parte del proprio equipaggiamento.

4 passaggi per imparare a volare

Se c’era qualcuno che non voleva crescere, questi era Peter Pan. È curioso come James Matthew Barrie seppe tracciare e riporre in questo classico personaggio varie dimensioni che, in un certo modo, sono parallele a quelle ali innate con le quali i bambini vengono al mondo.

In una parte del libro, Peter Pban e i bimbi sperduti affermano che non voglio crescere “perché non vogliono andare a scuola, non vogliono ripetere come i pappagalli ed imparare regole stupide”. La scuola, la nostra educazione e la stessa società sono scenari determinanti che, durante la storia, hanno frenato la nostra spontaneità, la nostra capacità di essere creativi, liberi e diversi gli uni dagli altri.

Per imparare a volare, bisogna recuperare parte di quella prospettiva con la quale guardavamo il mondo quando eravamo piccoli. Quella in cui tutto era possibile e nella quale la felicità si trovava in luoghi così vicini a noi da sfiorarci, o da invaderci. A sua volta, per riuscirci, dovremo agire come adulti saggi e coraggiosi e sapere ricorrere alle strategie adeguate.

Imparare a semplificare per volare in alto

Dobbiamo imparare a semplificare, a rallentare e a dare importanza alle priorità per riprendere il controllo delle nostre vite. Per questo motivo, non c’è niente di meglio che riflettere su questi semplici concetti:

Situazioni e persone: 

la prima cosa che faremo sarà valutare in modo sincero ed oggettivo tutto quello con cui interagiamo ogni giorno. Valutate dall’1 al 10 il grado di soddisfazione che vi apportano dette situazioni e persone con le quali vi relazionate in maniera continua.

Tempo: 

tutti disponiamo di giornate della stessa durata. Ebbene, di quelle 24 ore, quante di queste classifichereste come “tempo di qualità”? E cosa potreste fare per disporre di più ore di autentica qualità?

Priorità: 

per volare in alto, non è necessario liberarsi da tutto e tutti. È necessario riconoscere delle priorità e avere chiaro cosa è fondamentale nelle nostre vite, e cosa è meglio lasciarsi alle spalle.

Mettete in pratica.

L’ultimo punto, non per importanza, consiste nell’agire ed aprire le porte del nostro ripostiglio per realizzare un’adeguata pulizia. Non è un atto di egoismo, e non dovete sentirvi in colpa per questo né permettere agli altri di farlo.

È un atto di salute mentale ed emotiva che non tutti hanno il coraggio di mettere in pratica, perché ricordate, solo le persone coraggiose, i bambini e le persone libere sanno che per essere felici, niente ha più valore che volare in alto e leggeri.


Cari lettori per alcuni insegnanti io ero un bambino con difficoltà di apprendimento…. impariamo a volare alto, molto più in alto della miseria umana.

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