Pecora dal muso nero

La nez noir è una razza ovina originaria del Vallese, più precisamente dell’Alto Vallese.
Come suggerisce il nome, è una pecora dal muso nero. Con la pecora Roux du Valais sono le uniche pecore con le corna svizzere.
Le corna sono a spirale e si ritrovano in entrambi i sessi. La femmina adulta pesa tra i 70 e i 90 kg e il maschio tra gli 80 e i 120 kg. Non solo il corpo, ma anche la testa e le gambe sono ricoperte da una lunga e folta lana bianca.
Il muso, le orecchie, le ginocchia, le caviglie e gli zoccoli sono neri. Una pecora produce 4 kg di lana all’anno (in 2 tosature).
La nez noir è una specie resistente, molto adatta alle condizioni climatiche estreme della montagna vallese, grazie alla sua forte costituzione e alla lana spessa.

Si arrampica senza difficoltà sui pensii più ripidi e sulle rocce, l’ambiente in cui si sono acclimatati i suoi antenati. La specie è inoltre a crescita lenta.
Le prime citazioni della razza risalgono al XV secolo. Tuttavia, non si può parlare di una razza in quanto tale prima del XIX secolo.
Nel 1884 un’ordinanza cantonale menziona per la prima volta esplicitamente la “pecora nez noir di Viège”.
All’epoca, le uniche razze di pecore definite tali erano la Lötschental, la roux de Bagnes e appunto la nez noir.
Tuttavia, questo riconoscimento ufficiale non ha impedito che queste razze autoctone corressero rischi di scomparsa.

Tra la fine del XIX secolo e la metà del XX secolo, la politica agricola ufficiale (federale e cantonale) ha voluto infatti uniformare le razze per aumentarne la produttività.
Alcune razze sono state così favorite a scapito di altre.
La resistenza è stata organizzata dagli allevatori già negli anni ’50.
Gli allevatori di nez noir sono agricoltori di montagna non professionisti.
Hanno un’altra professione principale e ricevono pagamenti diretti dalla Confederazione per il lavoro che svolgono come allevatori.
L’allevamento di nez noir oggi non è più redditizio: la lana non produce più nulla, e la carne dà poco reddito, a causa della concorrenza dall’estero o da parte delle razze più produttive.
Tuttavia, attraverso il loro lavoro, gli allevatori di pecore forniscono un servizio inestimabile nella manutenzione dei pascoli di montagna.
Questa razza è inoltre un simbolo dell’identità dell’Alto Vallese.
L’allevamento di questa pecora autoctona ha un valore di conservazione della cultura locale, ma simboleggia anche il valore della socievolezza e del piacere di prendersi cura degli animali.
Ogni anno diverse mostre e concorsi permettono agli allevatori di presentare i loro animali più belli e di dimostrare così la loro abilità di allevatori.
Si segnala ad esempio il tradizionale mercato dei montoni a Viège, chiamato “Festa dei peires” o la festa a Gemmi, che si tiene dagli anni Cinquanta.
In questi mercati, gli animali vengono distinti dagli esperti secondo vari criteri estetici: aspetto generale, colore, lana.

Poiché le pecore nez noir non vengono allevate per la loro carne, gli allevatori le utilizzano per il proprio consumo personale e per quello dei loro familiari e amici.
Gli animali che non soddisfano i criteri estetici della razza vengono venduti ai macellai locali.
Poiché negli ultimi decenni l’allevamento non è stato orientato alla produzione, la selezione degli animali si è basata esclusivamente su criteri estetici, senza tener conto della loro resa.
Gli allevatori professionisti hanno quindi poco interesse per la razza. Nella situazione attuale, la conservazione della razza non è quindi garantita.

La carne della nez noir è di alta qualità grazie alla lenta crescita e all’allevamento estensivo. Ha meno grassi della comune carne di agnello proveniente da allevamenti più intensivi.
Ha un gusto particolare e una grande ricchezza nutrizionale dovuta alle erbe brucate sui pascoli estivi degli alpeggi d’alta montagna, che ospitano un numero molto elevato di specie vegetali.