L’urlo terrificante di un buco nero

Abbiamo tradotto in suono l’eco delle attività di un buco nero. Ne è scaturito l’urlo terrificante di un buco nero.

di Marco Anselmi

MA COS’È UN BUCO NERO?

Un buco nero è la fase terminale della “vita” di una stella di grande massa, che dopo essere collassata si trasforma in un corpo estremamente denso e compatto, una regione dello spazio-tempo caratterizzata da una fortissima attrazione gravitazionale.

Essa è così intensa da non lasciar sfuggire qualsiasi tipo di radiazione elettromagnetica (ottica, raggi X, infrarossa e così via), oltre che la materia. Per questa ragione i buchi neri sono tecnicamente inosservabili dai nostri strumenti.

Ciò che gli scienziati hanno immortalato è infatti il plasma incandescente che circonda il cosiddetto orizzonte degli eventi, una sorta di aura attorno al buco nero oltre la quale anche la luce non può sfuggire. Una spiegazione dettagliata del concetto di buco nero è stata data all’AGI dal professor Ciriaco Goddi dell’Universita’ di Nijmegen e Leiden (Olanda), uno dei ricercatori dell’Event Horizon Telescope.

“I buchi neri sono oggetti cosmici estremamente compressi, contenenti incredibili quantità di massa all’interno di una regione minuscola. La presenza di questi oggetti influenza il loro ambiente in modi estremi, deformando lo spazio-tempo e surriscaldando qualsiasi materiale circostante.

Questi oggetti sono necessariamente circondati da materia (plasma incandescente) che viene inghiottito scomparendo nell’orizzonte degli eventi

mentre un’altra parte del materiali viene espulso a velocita’ relativistica (prossima cioe’ alla velocita’ della luce) in potentissimi jet di materia, dando vita alla cosiddetta emissione di sincrotrone.

Se immerso in una regione luminosa, come appunto un disco di gas incandescente, ci aspettiamo che un buco nero crei una regione oscura simile a un’ombra, qualcosa di previsto dalla relatività generale di Einstein che non abbiamo mai visto prima.

Questa ombra, causata dalla distorsione o curvatura gravitazionale e dalla cattura della luce dall’orizzonte degli eventi, rivela molto sulla natura di questi oggetti affascinanti”.

È esattamente ciò che possiamo ammirare nel magnifico scatto ottenuto dall’ETH.

LA VOCE DEL BUCO NERO

Un team di scienziati del MIT di Boston ha sviluppato uno strumento di ricerca automatizzato soprannominato “Reverberation Machine”

in grado di carpire gli echi emessi dall’attività di un buco nero.

Questa particolare macchina ha analizzato i dati raccolti dal Neutron Star Interior Composition Explorer

un telescopio a raggi X montato sulla Stazione Spaziale Internazionale, identificando queste “vibrazioni”.

Il contenuto che poi sta facendo il giro del mondo in questo momento è la conversione in suono udibile di questi dati, realizzata da due studiosi di musica sempre del MIT.

Premete Play e ascoltate. Ne esce un gorgoglio spettrale, un rumore infernale perfetto per un album ambient ansiogeno. Speriamo che la NASA non lo inserisca mai nella playlist dei poveri astronauti.

Questi echi possono essere estremamente utili per gli astronomi.

Come i pipistrelli usano l’ecolocalizzazione per cacciare, noi possiamo risalire a informazioni estremamente importanti sulla natura di questi oggetti spaziali

andando a investigare sui loro comportamenti e su quali materiali vengono espulsi durante le loro attività

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