L’estate
Le Quattro Stagioni di Vivaldi: un capolavoro della natura, l’Estate. “Un pastore in un’afosa giornata estiva“

Le Quattro Stagioni di Vivaldi: un capolavoro della natura
All’inizio del XVIII secolo a Venezia, l’opera era un genere veramente popolare ed estremamente redditizio per i compositori.
A quel tempo, Antonio Vivaldi era un violinista e compositore veneziano che stava lasciando il segno.
La sua ben nota opera Le Quattro Stagioni, pubblicata nel 1725 e forse il punto più alto della produzione di Vivaldi, è in realtà composta dai primi quattro concerti di una collezione di dodici noti come ” Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione (Opera 8) “.
Questa è stata la prima volta che la natura ha “parlato” attraverso note musicali.
Quando si ascoltano le Quattro Stagioni di Vivaldi, si possono udire i suoni della natura riprodotti mentre si alternano di stagione in stagione.
Volete saperne di più?
Le Quattro Stagioni di Vivaldi:
Le quattro stagioni – L’Estate di Vivaldi. Un pastore in un’afosa giornata estiva
Estate” di Vivaldi – “Languidezza per il caldo” -, come sottotitola nel primo tempo lo spartito in Sol Minore, si apre con un Allegro ma non troppo.
In questa composizione, in maniera ancora più efficiente delle altre, l’estate è resa in maniera a dir poco palpabile. L’ascoltatore ha modo di provare sulla propria pelle l’afa opprimente dei mesi estivi attraverso le note iniziali di profondi violoncelli, significative pause e acuti violini che si alternano, si rincorrono, trovandosi e intrecciandosi.
Un preludio musicale ricco e soprattutto valido nel rendere la calura estiva. Dietro questa calma apparente si cela però una tempesta, che si prepara all’orizzonte.
Il pastore è dunque estenuato da questo caldo asfissiante, reso ancor più intollerabile dall’impossibilità di trovare un po’ d’ombra per riposare e acqua nella borraccia per dissetarsi.
Come lui anche la natura tutt’intorno giace inerme sotto gli accecanti raggi del sole cocente. Volgendo gli occhi al cielo, grandi nuvoloni grigi si avvicinano minacciosi, tanto da oscurare il sole
ed egli non sa se rallegrarsi o rattristirsi per l’imminente tempesta, poiché i temporali estivi non sono piacevoli e alle volte non comportano grandi frescure. Decide dunque di rincasare.