Le patate

Le patate, se conservate male, possono diventare tossiche e dannose per il nostro organismo. Scopriamo come conservarle in modo corretto.

Le patate, se conservate male, possono diventare tossiche e dannose per il nostro organismo. Scopriamo come conservarle in modo corretto.
Il tubero è tra gli ortaggi più amati e usati in cucina, anche perché si prestano a svariate preparazioni, dai primi piatti a secondi saporiti.
Ma qual è il modo corretto per conservarle? Su questo argomento vi sono diverse teorie, più o meno veritiere, ma per consumarle in sicurezza è bene sapere come conservarle in modo corretto. Il motivo è la concentrazione di solanina, ossia una sostanza dannosa e potenzialmente cancerogena, che si trova ad esempio nelle patate germogliate e nella buccia di questi tuberi.

Come si conservano
Il modo migliore per conservarle è riporle in un luogo fresco, buio e asciutto. Ad esempio, in un sacco di iuta o in una retina che faccia passare l’aria. Potete anche conservarle in una cassetta di legno, coprendo le patate con dei fogli di giornale.
Non vanno conservate in frigo (troppo freddo) e neanche in contenitori ermetici.
Dividete le patate in base al loro stato (separate quelle più rovinate e consumatele prima).
Non lavatele prima di conservarle e, una volta tagliate, consumate il prima possibile.

Come consumarle in sicurezza
Le patate vecchie, essiccate, verdi o molto germinanti, così come le bucce generalmente usate come snack, non sono adatte al consumo.
Le parti verdi e i cosiddetti “occhi” dovrebbero essere generosamente rimossi prima della cottura e del successivo consumo.
Se si vuole mangiare anche la buccia insieme alla patata, è bene usare solo le patate fresche e non danneggiate.
I piatti a base di patate non dovrebbero essere mangiati se hanno un sapore amaro.
I bambini piccoli non dovrebbero mangiare patate non sbucciate e germogliate.
E’ bene non riutilizzare mai l’acqua in cui sono state bollite.
Il grasso di frittura per i prodotti a base di patate deve essere sostituito regolarmente.

Perché possono diventare nocive
I glicoalcaloidi sono ingredienti naturali presenti in alcune piante. Si trovano in percentuale maggiore soprattutto nelle patate verdi, in quelle germogliate e danneggiate, e anche nella buccia.
In particolare sono la α-solanina e l’α-caconina, i derivati glicoalcaloidi dominanti, le sostanze tossiche e dannose per l’uomo. Si tratta, infatti, di sostanze che, se accumulate nel nostro organismo, possono essere nocive e causare diversi disturbi come:
vomito
vertigini
dolori intestinali
diarrea
nausea
febbre.
Un’intossicazione grave, inoltre, può provocare:
perdita della coscienza
disturbi della funzione cerebrale
difficoltà respiratorie
problemi al sistema cardiovascolare.
In letteratura sono stati riportati alcuni casi di avvelenamenti mortali, ma negli ultimi 50 anni non sono stati segnalati decessi per avvelenamento da glicoalcaloidi.
In più, solo pochi casi di avvelenamento sono stati segnalati e documentati complessivamente negli ultimi 100 anni.