Le 10 piante più pericolose al mondo

Le 10 piante più pericolose al mondo

È d’obbligo prestare molta attenzione in particolare durante le gite in famiglia: piante molto belle possono essere fatali. Scopri le 10 piante più pericolose al mondo.

Quali sono le piante più tossiche e velenose? Saperle riconoscere può aiutare a prevenire seri rischi per la salute


Aconitum Napellus

Le 10 piante più pericolose al mondo

Questa pianta, spesso chiamata la Regina dei Veleni, è considerata il fiore più pericoloso del mondo. L’aconito napello (Aconitum napellus) è una pianta erbacea della famiglia delle Ranunculaceae con fiori che ricordano nella sommità un elmo antico ed è una delle piante più tossiche della flora italiana. È diffuso nelle Alpi. Il suo nome deriva dal greco ed ha proprio il significato di “pianta velenosa”. La sua pericolosità era conosciuta fin dall’antichità. Veniva utilizzata per avvelenare le lance. L’ingestione della pianta causa bruciore della bocca, vomito, diarrea, irregolarità della pressione e del battito cardiaco. Può portare al coma e talvolta alla morte.

Mancinella

Le 10 piante più pericolose al mondo

La mancinella (Hippomane mancinella) è una pianta considerata tossica. Le sostanze contenute nei suoi rami, quando vengono spezzati, possono irritare gli occhi e la pelle. I suoi frutti sono velenosi e la loro ingestione può causare un forte gonfiore della gola, problemi respiratori e gastrointestinali. La tossina responsabile degli effetti negativi è denominata hippomane ed è presente in ogni parte della pianta, che è originaria della Florida, dei Caraibi e delle Bahamas, dell’America Centrale e Meridionale.

Inoltre, il fumo di questo albero può causare cecità temporanea ma anche gravi problemi respiratori.

Ricino comune

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Il ricino (Ricinus communis) è famoso per l’olio da esso ricavato, considerato una panacea per tutti i mali. L’olio di ricino non è pericoloso, ma lo sono i suoi semi. Essi infatti, quando vengono masticati, rilasciano una sostanza molto tossica, considerata uno dei più potenti veleni presenti in natura, e possono provocare la morte.

Colchiqua

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Le colchique fanno gonfiare lo stomaco e la gola, provocando il soffocamento dell’individuo . La radice è particolarmente pericolosa.

Stramonio comune

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Lo stramonio comune (Datura stramonium), conosciuto anche come erba del diavolo, è una pianta dai caratteristici fiori bianchi a campana appartenente alla famiglia delle Solanaceae. Si tratta di una pianta molto velenosa a causa dell’elevata concentrazione di alcaloidi presente soprattutto nei semi. Ha proprietà allucinogene. Se ingerita può provocare grave nausea, crampi, dolori addominali e portare alla morte.

Oleandro

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L’oleandro (Nerium oleander) è ritenuto una delle piante più velenose del mondo. Tutta la pianta è tossica per l’uomo e per ogni specie animale. L’ingestione provoca tachicardia, disturbi gastrici, disturbi del sistema nervoso centrale. La pianta contiene oleandrina e diversi alcaloidi tossici. L’ingestione di una sola foglia potrebbe causare la morte di un bambino. Di solito gli animali lo evitano per istinto

Cicuta maggiore

La cicuta maggiore (Conium maculatum) è  una pianta erbacea della famiglia Apiaceae che può crescere fino a quasi 1.800 m di altezza. Si tratta di una pianta altamente velenosa, nota per aver causato la morte per avvelenamento di Socrate e ripetutamente citata nei libri di storia come veleno, ma anche, in bassisisime dosi, per la preparazione di farmaci analgesici.  La sua enorme tossicità è dovuta alla presenza nel suo interno di almeno cinque sostanze velenose, dette alcaloidi. I frutti verdi della cicuta contengono la più elevata concentrazione di veleno, che è però presente on tutta la pianta, anche in foglie, fusti, fiori e radici.

Morte camas

Attenzione, questa pianta sembra una pianta commestibile ma è mortale!

Gympie-Gympie

Questa pianta è stata eletta come la pianta più dolorosa del mondo, raccogliere una foglia è come immergere la mano nell’acido… Da non fare…

Abro

L’abro (Abrus precatorius) è un arbusto della famiglia delle Fabacee, diffuso soprattutto nei paesi tropicali. Si caratterizza per la presenza di bacche di colore rosso, com delle estremità di colore scuro. La sua ingestione può provocare la morte. Sono sufficienti 3 microgrammi di abrina, la sostanza tossica in esso contenuta, nell’organismo per causare il decesso. L’abrina impedisce la sintesi delle proteine, uno dei più importanti compiti svolti dalle nostre cellule. Provoca disidratazione, nausea, malfunzionamento dei reni e del fegato, fino alla morte.

La belladonna

La belladonna (Atropa belladonna) è stata la probabile protagonista di una intossicazione alimentare avvenuta di recente nel torinese. Ingerire le bacche di belladonna può provocare il coma e la morte. Anche le sue foglie sono velenose. I sintomi di avvelenamento comprendono aridità della bocca e della fauci, vomito, sensibilità delle pupille alla luce, prurito, allucinazioni.  In dosi infinitesimali è utilizzato in omeopatia per il trattamento di vari disturbi.

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