La supplentite cronica

di Federico Ottolini

                                                    

E anche quest’anno impera la supplentite cronica. Altro che riuscire a completare entro la fine del mese di agosto le assegnazioni di supplenza nella scuole

                           

Per l’ennesimo anno il Ministero della Pubblica Istruzione promette e non mantiene, manifestando la sua totale e assoluta incapacità di gestione amministrativa nei riguardi di un settore essenziale e fondamentale per il nostro paese

quale è la cultura e l’educazione dei giovani

Per l’ennesimo anno il Ministero non ha saputo rispettare i tempi promessi per l’assegnazione corretta delle supplenze. La Scuola ormai si regge con la presenza cospicua e fondamentale dei/lle docenti precari/rie.

La mancanza di una corretta presa in carico e di responsabilità del problema cronico, purtroppo esistente da molti anni in questo settore,

ha portato e costringe ogni anno la scuola ad assumere nuovi insegnanti per poi lasciarli a casa al termine delle lezioni

Questo perché, in estrema sintesi, non si è voluto risolvere questo problema con un adeguato ricambio generazionale

e di assunzioni di nuovo personale scolastico tramite periodici e annuali concorsi pubblici atti a risolvere questa problematica.

Il risultato spiacevole in primis ovviamente per il personale scolastico, che si trova al 30 giugno di ogni anno a non sapere né quando, né se potrà riprendere il suo lavoro l’anno scolastico successivo.

Un danno poi sicuramente per i destinatari della cultura e del sapere, ovvero gli/le studenti/esse con le loro famiglie, che se sono fortunati potranno avere per un intero anno scolastico un solo insegnante ma non è garantito assolutamente questo.

E tanto meno poter conseguire un titolo di studio con lo stesso docente, un diritto fondamentale quello della continuità didattica richiesto a gran voce

da tutti i protagonisti della scuola ma mai giustamente e doverosamente rispettato.

Quest’estate ci sono stati disguidi legati alla presentazione delle domande di supplenza: le date di presentazione al Ministero

tramite l’utilizzo dei servizi offerti a questo scopo con il Pc

sono state all’inizio cambiate,

ovvero erano state trasmesse scadenze diverse per la presentazione delle domande.

Poi dopo il 15 di agosto

il 16 e il 17 le domande di supplenza si sono accavallate mandando letteralmente in tilt il sistema di accoglienza delle domande.

Approssimandosi il termine di presentazione delle domande, i docenti chiesero di avere una proroga dell’invio della domanda (per la cronaca fissato il 21 di agosto)

mai accolta dal Ministero dell’Istruzione.

Il risultato quindi qual’è? 

Questa tanto blasonata procedura di nomina che da quest’anno avrebbe dovuto risolvere il vetusto problema della scuola,

cioè la mancanza costante degli insegnanti all’inizio di ogni anno scolastico,

non si è risolto e non si risolverà iterando e riproponendo le scene e la solita telenovela di ogni anno…

Al momento tutto è rinviato, persistendo questa incapacità di dare ordine a un ramo quello dell’Istruzione fondamentale per la maggior parte dei paesi del mondo ma non per l’Italia probabilmente.

A questo punto quegli insegnanti, che sono riusciti per tempo a inviare al sito ministeriale la domanda di lavoro, si sentono giustamente presi in giro per  l’ennesima volta.

Il sistema ha rilevato errori considerevoli nell’assegnazione del personale scolastico di quest’anno,

penalizzando in particolare coloro che si trovano ai primi posti nelle graduatorie

con l’indicazione di sedi precise ma non considerate da questo nuova modalità di inoltro delle domande di lavoro.

Solo una minima parte in realtà delle 250000  nomine di docenti precari e 50000 precari del Personale ATA

è stata realizzata.

In molte province infatti le nomine svolte risultano errate. 

Anche i Sindacati del mondo scolastico, più volte e inutilmente come Cassandre inascoltate, hanno ribadito ai diversi ministri presenti negli ultimi anni nel mondo della scuola in Viale Trastevere l’unica alternativa per uscire da questo circolo vizioso:

ovverosia la stabilizzazione dei precari con 24 – 36 mesi di servizio nelle scuole effettivo  in ossequio alla sentenza Europea, che non consente l’abuso di contratti  a termine. 

Stabilizzazione che dovrebbe avvenire, dopo un anno di servizio e di formazione interna nell’Istituto di nomina con una prova orale finale attestante l’idoneità o meno dell’aspirante docente.

Ma a questa legittima richiesta, una sentenza di Bruxelles lo ha ufficialmente reso noto, in Italia si preferisce fare orecchie da mercante

continuando a mantenere sia il personale scolastico sia gli studenti con le loro famiglie alle spalle in questo terreno fangoso dove non si va avanti e si permane in questo Limbo eterno….

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