La rabbia
La rabbia dei medici nei pronto soccorso. “Per i no-vax trascurati gli altri pazienti”
La rabbia dei medici nei pronto soccorso. “Per i no-vax trascurati gli altri pazienti”
I medici dei pronto soccorso sono esasperati. Arrivano a doppi turni estenuanti e a sovraffollamenti in astanteria sapendo che sarebbe tutto più che evitabile. A rallentare il flusso delle emergenze «ordinarie» sono i no vax. Che si fanno giurare:
«Prometta di non iniettarmi il vaccino»
anche qualche secondo prima di finire sotto il C-pap con il fiato corto e i parametri totalmente sballati.
«Se non ci fossero i no vax a intasare le file, tutto scorrerebbe molto più facilmente e noi ci potremmo dedicare con più cura alle altre emergenze».
Eppure.
«Ovviamente curiamo tutti – spiega una dottoressa, in prima linea dall’inizio del 2020 – ma è davvero assurdo affrontare certi casi, intubare e spedire in terapia intensiva certe persone, quando sappiamo che sarebbe bastata una vaccinazione per non farle nemmeno arrivare davanti ai nostri occhi».
Alcuni dottori hanno cominciato a postare sui propri profili social le storie dei no vax più incalliti, alcuni dei quali nel frattempo sono deceduti. Quelli che, pur di difendere la loro libertà, non hanno più rivisto la loro famiglia e i loro figli.
Lo scopo è quello di mettere in guardia le persone e convincere il popolo degli scettici social che la vita vale più della battaglia contro il sistema.
«Non ce la facciamo più a guardare negli occhi chi non riesce a respirare, né ad avvisare la sua famiglia che non c’è più nulla da fare»
sostengono i medici.
«Un contro era quando eravamo nel cuore della pandemia e non avevamo alternative, un altro conto è ora».
«Mi sono ammalato per colpa dei vaccinati che hanno permesso al virus di rafforzarsi»
ha sostenuto un 34enne, oggi ancora intubato.
«Anche i vaccinati si ammalano, quindi il vaccino non serve»
ha sostenuto, annaspando, un altro. Vero, anche i vaccinati finiscono in ospedale. Il vaccino non ha copertura al 100% e succede che chi ha ricevuto una sola dose o ha maturato pochi anticorpi sia più attaccabile dalle varianti.
Più aumenta la platea dei vaccinati, più aumenta, proporzionalmente, anche il numero dei vaccinati ricoverati. Tutto qui, i ricoveri non sono avvallati da nessun altro tipo di assurda teoria sostenuta dai no vax e dai loro cattivi maestri.
La maggior parte dei casi notificati dalla fine di agosto al 12 settembre in Italia sono comunque stati diagnosticati in persone non vaccinate. Si osserva una forte riduzione del rischio di infezione nelle persone completamente vaccinate rispetto a quelle non vaccinate (77% per la diagnosi, 93% per l’ospedalizzazione, 96% per i ricoveri in terapia intensiva e per i decessi) in base ai dati Iss ricavati dal report sull’andamento dell’epidemia in Italia pubblicato da Epicentro.
EVOLUZIONE
“Se, come prevedo, la crescita delle ospedalizzazioni rimane lineare o addirittura accelera – ha spiegato Sebastiani – entro una decina di giorni, una dozzina di Regioni saranno oltre le soglie della zona arancione, ed entro un mese sarà superata a livello nazionale prima la soglia della zona rossa dei reparti ordinari e poi quella delle intensive”.
Per il matematico
“c’è un ritardo nei cambiamenti delle curve delle ospedalizzazioni e dei decessi rispetto ai cambiamenti dell’incidenza dei positivi”,
con questo aumento dei ricoveri che potrebbe spingere prima diverse Regioni in arancione e poi tutta l’Italia in zona rossa.