La pizza

La pizza, insieme alla pasta, è senza ombra di dubbio il piatto più conosciuto e apprezzato della cucina italiana

Articolo by Cristiano Sandona’

Chi ha inventato la pizza? Ecco la vera storia

La pizza, insieme alla pasta, è senza ombra di dubbio il piatto più conosciuto e apprezzato della cucina italiana. Nonostante questa notorietà, però, la sua storia è estremamente articolata e, ancor oggi, risulta difficile stabilire chi l’ha inventata. Proviamo, quindi, a illustrare i natali di questo piatto, così che tutti possano raccontare ai propri commensali da dove nasce la tradizione pizzaiola italiana.

La storia

Se ci soffermiamo per un momento, l’idea di questo prodotto è estremamente semplice: un disco di pasta ottenuto con farina, acqua e lievito, al di sopra del quale possono essere posti, prima o dopo la cottura, diversi ingredienti.

Se la immaginiamo così, la storia della pizza può essere già datata al 3.000 a.C., quando, secondo alcuni ritrovamenti in Sardegna, già era conosciuto l’uso del lievito.

Del resto, anche nell’antica Grecia preparavano dischi di pane chiamato plakous. Persino i persiani cucinavano un pane dalla forma appiattita, utilizzando gli scudi per la cottura. Anche nell’antico Egitto, poi, conoscevano già l’uso del lievito.

Pure i romani, e forse più di altri, iniziarono a utilizzare farine ottenute da vari cereali per cuocere dischi di pasta nel focolare domestico.

Alla domanda su dove è nata la pizza, come si vede, non è possibile dare una risposta univoca. Piuttosto, si può solamente raccontare i passi compiuti per avvicinarsi alla sua preparazione.

Le origini della pizza: la pizza Mastunicola

Dunque, le origini della pizza non si collocano a Napoli? Tutt’altro.

Finora, infatti, si è parlato di preparazioni che – per ingredienti, forma o metodi di cottura – si avvicinavano alla pizza.

L’origine della pizza, tuttavia, potrebbe essere collocata a cavallo fra il ‘500 e il ‘600 proprio nel Regno di Napoli. Si tratta della cosiddetta pizza Mastunicola: il condimento di questa prevedeva l’utilizzo di lardo, cigoli, formaggio di pecora, pepe e basilico.

Una preparazione che, ad alcuni, potrebbe ricordare una proposta gourmet di un menu moderno. Prima di arrivare a questi, però, la strada è ancora lunga. Un’altra preparazione che si diffuse nel Regno di Napoli, infatti, fu la pizza alla cecinelli.

Questa pizza, infatti, era condita con i bianchetti (in dialetto, cecinelli), dei piccoli pesci. Finora, come visto, il matrimonio fra la pizza e il pomodoro ancora non era stato celebrato. Del resto, questo matrimonio, segue giocoforza un’altra storia: quella del pomodoro che, come sappiamo, non è originario dell’Italia.

Per assistere a queste nozze, infatti, occorre attendere la metà del ‘700. Fu allora che i pizzaioli napoletani, inizialmente con diffidenza, iniziarono a farne uso. In breve tempo, però, questo semplice cibo seppe conquistare tanto il palato del popolo, quanto quello dei reali. Non solo i Borboni, che sul Regno di Napoli governavano, ma anche dei Savoia. Già nel 1866, comunque, l’editore svizzero Francesco de Bourcard faceva menzione della preparazione:

«Le pizze più ordinarie, dette coll’aglio e l’oglio, han per condimento l’olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l’origano e spicchi d’aglio trinciati minutamente. Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite con lo strutto, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basilico. Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di muzzarella. Talora si fa uso di prosciutto affettato, di pomidoro, di arselle, ec. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi calzone». 

La storia della pizza, a questo punto, sta per giungere per compimento. Manca, tuttavia, l’ultimo capitolo che elevò a leggenda questo cibo povero, che divenne da cibo da re.

Storia della pizza Margherita

Finora, come visto, non si è fatto alcun riferimento all’inventore della pizza. Se c’è un nome a cui l’invenzione può essere associata, questo è certamente quello di Raffaele Esposito, titolare della storica taverna napoletana “Pizzeria di Pietro e basta così”.

È con questi, infatti, che ebbe inizio la storia della pizza Margherita, con ogni probabilità la pizza più celebre e più celebrata al mondo. Sarebbe stato lui, nel 1889, a dedicare una pizza alla regina Margherita di Savoia, da cui prese il nome.

Una preparazione semplice, che voleva anche rappresentare il nuovo tricolore italiano: il basilico per il verde, la mozzarella per il bianco e il pomodoro per il rosso. Il fenomeno della pizza, nonostante il grande successo, restò circoscritto al Regno di Napoli.

Affinché questo varcasse i confini napoletani, con la nascita dei primi locali dedicati (che, ovviamente, presero il nome di pizzerie), occorre attendere i primi del ‘900. Il fenomeno, peraltro, non fu neanche repentino.

Per assistere all’apertura delle prime pizzerie nel settentrione d’Italia, infatti, occorre attendere la fine della Seconda guerra mondiale. Fu poi con le prime emigrazioni, avvenute nel secondo dopoguerra, che iniziò ad essere conosciuta, e quindi celebrata, anche all’estero.

È così, con le prime catene di fast-food, che la sua storia assume la portata internazionale che oggi conosciamo. Adesso conoscete la vera origine della pizza e, volendo, anche l’origine della pizza Margherita.

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