La Pecora Brigasca

La Pecora Brigasca (Brigasque in Fran- cia) deriva da La Brigue, un paese francese della Val Roya noto per essere stato nei secoli passati il più importante centro di pastorizia di tutta l’area di confine tra la Liguria, il Piemonte e la Provenza.

Di Cristiano Sandona’

AgritalyVox oggi vi presenta la Brigasca è una razza ovina autoctona che ha le stesse origini della pecora Frabosana.


Le principali caratteristiche morfologiche, il profilo montonino e le corna rivolte all’indietro e spiralate (sia nei maschi che nelle femmine) sono infatti simili.

La razza è diffusa nelle province di
Imperia e di Savona. Attualmente sono
censiti 1.943 capi adulti, distribuiti in 19
allevamenti.

La Brigasca è una pecora di taglia
media (75-85 kg di peso nei maschi e
60-65 kg nelle femmine).


La testa è pesante, con profilo spiccatamente montonino; le corna, appiattite e ricurve, sono presenti nell’80% dei capi, sia maschi
che femmine.


Il vello è bianco o biondo, sono frequenti macchie di colore marrone o rosso carico sulla testa e sugli arti.

Si tratta di un animale rustico, dotato
di arti muscolosi e unghielli forti, adatti
al pascolo in zone impervie.

Oggi, la Brigasca è utilizzata sia per la produzione di latte da caseificare che per la produzione di agnelli.

Con il suo latte si producono tre
formaggi tipici – la Sora, la Toma e il
Diffusa nelle province di Imperia e Savona.

Come dicevamo la Brigasca è una pecora di taglia media, resistente e docile, adatta al pascolo in zone impervie legate alla tradizione millenaria della transumanza.

A questo riguardo ricordiamo che è operante il Presidio delle tome di pecora Brigasca, che vuole valorizzare le tome a latte crudo preparate nei pochi alpeggi rimasti sullo spartiacque che segna il confine con la Francia e sostenere il ruolo determinante dei pastori nella tutela e nella salvaguardia dell’ambiente naturale.

L’allevamento tradizionale prevedeva un periodo di sette otto mesi in alpeggio e di circa quattro mesi in «bandia», la zona costiera ove il clima mite permette di mantenere il pascolo all’aperto anche nei mesi invernali.

L’allevamento attuale ricalca la tradizione e le greggi, che pascolano comunque tutto l’anno, trascorrono ancora almeno 5 mesi in alpeggio.

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