La montagna non ha una “sua” stagione

La magia dei colori autunnali
La montagna non ha una “sua” stagione … è talmente mutevole nella sua immobilità da sapersi adeguare ad ogni scenario, ad ogni colore del cielo e ad ogni temperatura senza perdere nulla della sua maestosità.
Sarò “controcorrente”, ma personalmente adoro passeggiare tra monti e valli
quando l’autunno inizia a volgere all’inverno e le cime più alte cominciano ad essere timidamente imbiancate.
I boschi sono una poesia di colori: muschi e fogliame assumono tutte le sfumature dal verde più brillante al marrone più scuro, passando per ogni tono di giallo e di arancione.
La Valle diviene un dipinto d’inestimabile bellezza e tutto sembra prendere fuoco come in un rituale magico.
Le vallate e i sentieri sono pressoché deserti ed i suoni della natura la fanno da assoluti padroni, rimbombando tra le rocce nude e perdendosi nelle macchie fitte di vegetazione.
L’aria diviene tersa come poco volte prima, e la vista riesce a spaziare fino al fondo delle vallate
dopo aver accarezzato le pendici delle montagne che le incorniciano magicamente.
I torrenti, alimentati dalle piogge e dalle nevicate in quota, si ingrossano e scendono verso valle con un travolgente fragore che lascia intuire la loro potenza.
Gli alberi, le piante e la terra hanno un profumo intenso, inebriante e particolare
come se la montagna volesse congedarsi alla grande dal suo pubblico prima di andare in letargo.
La montagna non ha una “sua” stagione
È già il pallido autunno
Come varia il colore
delle stagioni,
così gli umori e i pensieri degli uomini.
Tutto nel mondo è mutevole tempo.
Ed ecco, è già pallido,
sepolcrale autunno,
quando pur ieri imperava
la rigogliosa quasi eterna estate.