La farfalla monarca

La straordinaria migrazione della farfalla monarca
La farfalla monarca (Danaus plexippus) è la protagonista di una tra le più stupefacenti migrazioni del regno animale. La più famosa di questa specie è quella che ogni anno porterà centinaia di milioni di individui dal Messico al Canada meridionale
Una straordinaria migrazione
Ciò che rende però questa migrazione così eccezionale non sono solo le migliaia di km percorsi, ma il fatto che sarà un viaggio compiuto da ben quattro generazioni, che si passeranno l’un l’altra il testimone, come in una staffetta.
Tutto ha inizio in Messico, all’interno di quella che è la riserva Monarch Butterfly Biosphere, creata appositamente dal governo messicano e, dal 2008, inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dall’UNESCO. Verso marzo, dopo aver atteso in diapausa durante i periodi freddi, aggrappata ai tronchi e ai rami degli alberi, l’incremento della durata delle ore di luce stimola la farfalla monarca a risvegliarsi dal suo torpore. Esse necessitano di reidratarsi, per questo iniziano a raggiungere gli specchi d’acqua più vicini.

Un esemplare di farfalla monarca (Danaus plexippus). Può raggiungere i 10 cm di apertura alare. (Copyright: Nuno Barreto)
La riproduzione
Con l’imminente arrivo della primavera, si risvegliano anche i loro stimoli alla riproduzione: i maschi staccano delicatamente le femmine dagli alberi per poi accoppiarsi, giusto prima di spiccare il volo tutte insieme verso nord.
Nonostante si tratti di un viaggio che non hanno mai intrapreso, esse sono in grado di seguire il nord magnetico, alla istintiva e innata ricerca di un ambiente adatto alle loro esigenze. L’obiettivo è quello di seguire lo sviluppo delle piante a ciclo annuale che faranno loro da ospite, le Asclepiadaceae.
Saranno necessari circa cinque mesi e tre generazioni per raggiungere il Canada meridionale e una quarta super-generazione, più forte, resistente e molto più longeva delle altre, che farà ritorno in Messico. Le monarca della prima generazione, dopo tre settimane in cui hanno percorso circa 800 km, sono giunte all’epilogo della loro vita.

Le femmine, partite dal Messico con in grembo le uova fecondate, cercano Asclepiadaceae dove deporre circa 200 uova ciascuna. Queste piante succulente saranno un’ottima fonte di nutrimento per le larve, una volta avvenuta la schiusa. Ma c’è anche qualcosa in più che spiega il perché la farfalla monarca prediliga questa famiglia (nel sistema Cronquist) di piante. Molte di esse infatti sono in grado di produrre cardenolidi, dei glicosidi cardiotossici, e la larva, nutrendosi delle foglie, è in grado di sequestrarli, per poi usarli a sua volta contro gli eventuali predatori.
La metamorfosi della farfalla monarca
Le farfalle monarca sono insetti olometaboli, ovvero attraversano una metamorfosi completa che comprende tre fasi:
larva (Fase iniziale)
pupa o crisalide (Fase intermedia)
adulto (Fase finale),
Al termine dello sviluppo post-embrionale, dopo l’ultima muta.

Le successive generazioni, la seconda e la terza, proseguiranno in modo analogo il loro viaggio verso nord, distribuendosi attraverso tutto il Nord America. Verso agosto, arriva il momento per la super-generazione di venire alla luce. Per circa due settimane le larve si nutriranno voracemente delle piante ospiti, in modo da accumulare più riserve possibili per il viaggio di ritorno, un viaggio lungo oltre 3000 km.
Una volta pronto, il bruco preparerà l’involucro per la sua muta.
Nelle due settimane successive, durante lo stadio di pupa, avverranno tutti quegli spettacolari cambiamenti morfologici e strutturali che trasformeranno ciascun individuo in un adulto.

Trascorso tale periodo, la farfalla è pronta a uscire dal suo involucro e, dopo solo poche ore, prendere il volo verso sud. Così, circa un miliardo di farfalle, impiegheranno due mesi per raggiungere il Messico, giungendovi verso la fine di ottobre. È lì che le sopravvissute si raduneranno per trascorrere i mesi invernali, nella stessa zona da cui un tempo partirono i loro bisnonni.