INDAGINI GIUDIZIARIE

In questi ultimi anni si è avuto spesso notizia di indagini giudiziarie che hanno portato alla luce comportamenti illeciti su temi che ItalyVox denuncia da tempo:

Di Marco Conti


ovvero incentivi nati per promuovere energie pulite o pratiche di pascolo virtuoso contributi europei che vece finiscono nelle tasche di furbetti ai quali dell’ambiente non importa un fico secco.
Un matrimonio fra  amministratori locali spregiudicati che in barba a ogni regola offrono la loro collaborazione a truffatori veri e propri.

Fin dai primi anni 2000, nel quadro della Politica agricola comunitaria (PAC), vengono offerti cospicui contributi dall’Europa

alle aziende agricole che assicurino il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali

attraverso il pascolo corretto, che contribuisce alla cattura di CO2 e apporta benefici al clima e alla biodiversità.

Fin da subito si è capito che questo obiettivo sembrava tuttavia essere largamente disatteso da alcuni grandi speculatori e commercianti di bestiame

che accumulano ricchi contributi europei adottando pessime pratiche agronomiche o mettendo in atto altri tipi di truffe.
Organizzazione da qui coniata come “mafia degli alpeggi”
Un meccanismo perverso, declinato in modi diversi – con il sovrapascolo, con la sottoutilizzazione o addirittura con la mancata gestione del territorio –

è venuto a galla grazie alle testimonianze di allevatori locali, sia nelle Alpi che negli Appennini, dove ormai le inchieste giudiziarie su questo tema non si contano più.

Nei nostri alpeggi si vedono ogni anno salire enormi camion carichi di bovini, soprattutto vitelloni da carne di razze non autoctone,
non adatte al clima e al terreno, e di fieno, di provenienza ignota, trasportato con costi notevoli e in gran quantità dalla pianura.
Evidentemente il guadagno ottenuto con i contributi PAC è largamente superiore. 

L’eccessivo calpestio, il brucamento ad alta quota in pascoli chiamati, e non a caso, “l’erba delle pecore”, sui quali un tempo nessun allevatore serio avrebbe mai portato le vacche, sono un danno, e quindi una truffa.

Altri danni e altre modalità criminali sono stati messi in luce dall’ultima inchiesta in corso in provincia di Vicenza nel comune di Cogollo del Cengio:

superfici brucate solo parzialmente o per niente, animali mai arrivati negli alpeggi,  usati solo per giustificare sulla carta i contributi percepiti illecitamente.

A ciò purtroppo si aggiungono  spesso come nel caso sopracitato , le amministrazioni locali

che, per rimpinguare le casse comunali o altro,  mettono all’asta i propri alpeggi, che vengono accaparrati da speculatori senza scrupoli per il territorio.

e amministrazioni locali che, per rimpinguare le casse comunali o altro,  mettono all’asta i propri alpeggi

che vengono accaparrati da speculatori senza scrupoli per il territorio.

Le cosidette “regole di condizionalità” relative ad ambiente, cambiamenti climatici e buone condizioni agronomiche del terreno, delle piante e al benessere degli animali
sono già presenti nel Piano di sviluppo rurale (PSR), ma mancano puntuali controlli (ora solo svolti a campione)
e soprattutto non sono sufficienti le verifiche sulla congruenza tra quanto dichiarato nelle domande di contributo e la realtà.

Scoperchiata la pentola grazie alle inchieste giudiziarie chiediamo che si apra un dibattito al fine di offrire veramente l’accessibilità agli alpeggi
solo a quegli allevatori locali con comprovate caratteristiche di onestà e vera dedizione quali custodi dell’ambiente.

Ti potrebbe interessare anche...