Il sacrificio di un albero maestoso
A pochi è piaciuto il «sacrificio» di un albero maestoso per adornare piazza San Pietro, e sono moltissimi sui social i messaggi di condanna.

A pochi è piaciuto il «sacrificio» di un albero maestoso per adornare piazza San Pietro, e sono moltissimi sui social i messaggi di condanna.
Era bello sano imponente e sicuramente mancherà al paesaggio e a chi lo amava. Per la vanità umana di un istante che niente ha a che vedere col senso più profondo del Natale .
Grida vendetta agli occhi di Dio, (al mio sicuramente) pensare che questo scempio sia stato commesso nel nome di chi predica il rispetto e l’amore per la natura e a suo tempo ha scelto per il suo pontificato il nome di chi mai avrebbe commesso tale scempio, San Francesco (Il cantico delle creature)
Mentre ci facciamo riguardo, giustamente, a raccogliere un fiore protetto, pare non creare alcun problema sradicare un albero patriarca, sano, di 113 anni che faceva parte di un paesaggio meraviglioso per portarlo in Piazza San Pietro per il prossimo Natale.
Inevitabile per le persone di buon senso chiedersi se fosse proprio necessario. Gli alberi sono parte di ecosistemi plurali in sintonia e ognuno di loro riveste un ruolo speciale, interattivo, nel suo ecosistema.
È molto più che semplice bellezza. Dobbiamo loro cura e rispetto.
Il senso profondo del Natale passa attraversa la cura del Creato e si rivolge ormai a cittadini consapevoli del fatto che anche le tradizioni possono trasformarsi coi tempi e aderire a pratiche meno impattanti e più ecologiche.
Nel rispetto di tutte le sensibilità e senza voler colpevolizzare nessuno credo sia giusto riflettere anche alla luce di una rinnovata e diffusa sensibilità ambientale.
Purtroppo ancora una volta si predica bene, ma…..