IL DIRITTO DI ESISTERE

di Antonella Pisatturo


Il diritto di esistere

Il diritto di esistere è un diritto di nascita: significa essere nel mondo come si è, senza dover nascondere parti di sé, senza dover negare aspetti della propria vita.

Come tutti i diritti però ha aspetti relazionali: quando ci sentiamo rifiutati o maltrattati a volte l’offesa può arrivare a farci sentire messo in discussione il nostro diritto primario, da una parte. Dall’altra il nostro esistere non può agire aggressivamente sugli altri, senza sensibilità per i loro bisogni e la loro presenza.

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E’ a questo punto della storia che il dolore gioca un ruolo centrale: forse dimentichiamo che una delle conseguenze del dolore è aumentare il nostro egocentrismo.

A volte diventiamo egocentrici perché abbiamo una corazza spessa, altre volte perché siamo senza pelle e tutto risuona con una grande importanza. È un egocentrismo che serve per economizzare le risorse emotive defedate dal dolore.

L’aspetto importante, però, è un altro: è che il dolore quando si accompagna alla sensazione di non avere il diritto di esistere fa un effetto paradossale.

Ci rende egocentrici e irraggiungibili agli altri, chiusi in un guscio al quale è difficile arrivare. Ci rende segreti. Confermando così proprio quello che vorremmo vedere dis-confermato: che gli altri non ci capiscono. Arrivare a quel nucleo primario richiede due ingredienti: consapevolezza e fiducia.

La consapevolezza del nostro isolamento, la fiducia nelle nostre risorse, la fiducia che esistere non vuol dire difendersi ma aprirsi.

La crescita e lo sviluppo della personalità sono un processo in cui il bambino diviene progressivamente cosciente dei propri diritti umani. Il diritto di esistere è il primo. Alexander Lowen

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