Il Casaro di Urbino

Il Casaro di Urbino

Il Casaro di Urbino
Ah, che bel vivere, che bel piacere
Che bel piacere, per un CASARO di qualità, di qualità
Tutti mi vogliono tutti,
Donne, ragazzi, vecchi, fanciulle :
Qua la casciotta… Presto IL CASCIO
Qua la SLATTATA… Presto il CASéC…
Qua la CASCIOTTA, presto IL CASCIO,
Presto il CASéC… ehi!

Di Christian Rizza

L’aria musicale de il “Barbiere di Siviglia”, armonizzata dal crescendo dinamico del ritmo, è il bottino clandestino sottratto a Gioachino
Rossini, destinando al “Casaro di Urbino” una figura differente al protagonismo di Figaro

Il Casaro di Urbino

non più come factotum e barbiere della capitale andalusa ,ma come scanzonato “Casaro”

sostituendo rasoi lancette e pettini con taglierine spini e fascere

quali indispensabili attrezzi di un mestiere rurale accanto a una tinozza di latte appena munto. La città di Siviglia ,immaginario teatro il cui sipario alzato mostra i costumi di
un’opera buffa, si rassegna al borgo di Urbino ricco di pecorini ricotte e raviggioli quali dote della tanto sospirata e contesa Rosina nei diversi sentimenti di Don Bartolo e del Conte d’Almaviva.

spino e tinozza
mestolo e raschina,
al mio comando
tutto qui sta.

I castelli ,adornati dalle rocce del Montefeltro e le colline, rispecchiate dalle calme acque adriatiche, incontrano l’eleganza e il fascino
artistico Quattrocentesco

Il Casaro di Urbino
Urbino, incredibile città d’arte dell’entroterra marchigiano, uno scrigno di opere d’arte e d’architettura rinascimentale, la “città ideale” il cui centro storico è tutelato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco

sfuggendo alla seduzione della popolare espressione sonora del “Cante Flamenco” per assistere a una varietà culturale e linguistica come principio fondamentale di una vocazione unitaria in riflesso di un paesaggio rimasto inalterato nel tempo.

La città di Urbino ,eco di un passato cinto di lauro, si mostra con abito di raffinato gusto, disegnato dalla consapevolezza umanista di Federico da Montefeltro, capace di catalizzare l’attenzione dei grandi artisti dell’epoca, diventando isola di un movimento intellettuale al centro del vecchio mondo.

Il Casaro di Urbino


A què pentoloni? Un Casaro ?
Oh cospetto
Siete ben fortunati
Sui maccheroni il cacio v’è cascato

Il seguito oggettivo degli avvenimenti storici delle Marche, interviene nell’attività collettiva dei grandi interpreti dell’arte rinascimentale,
collocandosi al centro di un linguaggio nuovo come eccentrica risorsa di poeti musicisti e pittori, diventando parte di un generoso lascito
alle generazioni future.

Il Rinascimento ,inteso come periodo di eccezionale fioritura artistica e letteraria e di un libero sviluppo del pensiero, riserva un ruolo importante alle attività silvo-pastorali ,restituendo non solo strumenti e tecniche, ma anche e soprattutto un atteggiamento
nuovo verso i prodotti caseari, in passato destinati all’uso e consumo contadino, riabilitandoli verso tavole e banchetti di Nobili e Signori .

Il Casaro di Urbino
Il formaggio di Urbino , o meglio la casciotta di Urbino, è uno dei pochi formaggi di cui si può affermare con certezza che aveva un estimatore illustre: Michelangelo Buonarroti.

Una storia dentro alla storia, scritta dalle sapienti mani di agresti e casari, traducendo le fatiche del lavoro in un valore esemplare, letto a gran voce dai sapori e dai profumi di una terra feconda di sacrificio e raffinatezza.

Il Casaro di Urbino
Michelangelo Buonarroti è uno degli artisti di maggior successo di tutti i tempi.
Ha creato
ALMENO quattro delle opere d’arte più famose di tutta la storia: la sua Pietà , il David , il soffitto della Sistina e
il Giudizio universale (non ho nemmeno menzionato il suo contributo alla progettazione della cupola di San Pietro, il suoMosè ,
Schiavi , le Cappelle Medicee di San Lorenzo…)

Presupposto capace di provocare un motivo di stimolo verso nuove produzioni ,nel tempo e nello spazio apprezzate con il garbo di lettere e citazioni che ne testimoniano l’eccellenza: Michelangelo e Bartolomeo Scappi ne solo ambasciatori.

La Casciotta d’Urbino, preparata dalle donne delle campagne;

Per la bocca va entrando
il sapore va crescendo prende gusto a poco a poco, rutta già di loco in loco
sembra il tuono la tempesta che nel della pancia va fischiando, brontolando e ti fa d’ha ingrassar

Il Pecorino dei Monti Sibillini, è uno dei prodotti tipici dell’alto maceratese. Si riconosce fin da subito per il per suo profumo avvolgente e dolciastro. Al palato risulta morbido e molto gradevole. Viene venduto al taglio o in forme,di dimensione piccole e medie dimensioni.

i pecorini dei Monti Sibillini, raccontati dal Columella nel “De Rustica” e vivi
nella lavorazione del latte di un antica razza ,la Sopravissana;

Formaggio stagionato in fossa, pecorino o misto con vaccino, o caprino.
Sapore piccante, con delle note erbacee, di funghi porcini e tartufi.

l’Ambra di Talamello ,espressa nella poetica di Tonino Guerra, poeta e scrittore romagnolo;

lo Slattato e il Raviggiolo a interrompere il monologo dei pecorini con produzioni da latte di vacca ..

Slattato
Formaggio grasso, fresco, a pasta molle.
Per esigenze legate alle stagioni, in particolare al periodo di gravidanza delle pecore e delle capre, questo formaggio veniva e viene fatto con latte vaccino. Si consuma fresco ed è caratterizzato da una pasta molle, a volte spalmabile. Si abbina a vini bianchi di bassa gradazione alcolica.

A verità e ragion pura,
Don Bartolo ha ben riposto le Sue mire, essendo assai sfarzosa la dote della sua pupilla,


alla fin trabocca e scoppia ,
si propaga , si raddoppia
e produce un’esplosione
come
un colpo di cannone ,
un tremuoto , un temporale ,
un tumulto generale ,
che fa l’ aria rimbombar .

e il formaggio annusato,
digerito, sotto il pubblico affamato
per gran sorte ha mangiar.


Le Marche ,nel segno di un rapporto di simmetria, garante di autonomia e indipendenza fra le varie città, trova il maggiore elemento di unità e di integrazione degli intenti, consolidandosi come protagonista assoluta nel fenomeno post medievale.

Le Marche sono una splendida regione del centro Italia. Una regione che regala ai suoi visitatori un paesaggio naturale incontaminato, dal mare alle colline fino alle zone montuose dei Monti Sibillini.

Al pari la tradizione casearia restituisce una nutrita scelta di pecorini raccontati negli aspetti golosi della tradizione casearia, con ironia e un briciolo di spirito truffaldino, fra le righe dell’opera buffa del “Barbiere di Siviglia”, nelle fallite trame di Don Bartolo e del poco affidabile Basilio..

Son rimasti senza fiato!
Ora muoion dal contento!
Guarda guarda il mio talento che bel cascio seppe far.


Christian Rizza

Amo la natura e le passeggiate all’aria aperta  una full immersion nei luoghi dove si respira storia a tutto tondo, storia che ci parla dei nostri avi , un’emozione che amo catturare per poi condividerla attraverso questi articoli in www.ItalyVox.it
In una forma di rispetto di tanta sapienza  che nei millenni ha saputo donarci una costellazione infinita di eccellenze enogastronomiche e artistico culturali che non hanno eguali al mondo.

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