I NURAGHI
Il nuraghe o nuraghi è uno dei simboli più conosciuti della Sardegna. Grazie alla sua imponenza riesce a trasmettere il carattere forte e invincibile della civiltà nuragica. Un popolo che ha saputo costruire delle fortezze per proteggere e garantire la vita di tutti gli abitanti.
I nuraghi svolgevano il ruolo che, in un passato più recente, veniva svolto dai castelli.
Oggi vengono concepiti come dei guerrieri valorosi che hanno resistito per secoli, senza perdere il fascino che li contraddistingue.

E vista la loro importanza, vogliamo dedicare il nostro articolo a scoprire meglio la loro storia, cosa rappresentavano per la popolazione nuragica e soprattutto, cime venivano costruiti.
E sì, perchè quei grossi massi in qualche modo li avranno tirati su!
Scopriamoli insieme
Ma quanti nuraghi ci sono in Sardegna? Non esiste un censimento vero e proprio in grado di dirci il numero esatto dei nuraghi presenti nell’isola.
Si tratta per lo più di cifre indicative e basate sulle stime effettuate da ogni singolo comune. Quello che si sa è che, tra nuraghi ancora perfettamente visitabili e i ruderi, possiamo contare circa 7.000 ritrovamenti.
Ognuno ha una conformazione ben precisa: alcuni hanno una sola torre, altri sono delle costruzioni complesse con più torri e delle possenti mura che proteggevano il villaggio al suo interno. Una cosa accomuna i nuraghi, la forma circolare realizzata con i grandi massi.
Origine della parola nuraghe

Inoltre, il termine si può ritrovare anche nelle indicazioni geografiche dell’isola. Basti pensare alla regione della Nurra, in prossimità di Alghero, o a paesi come Nurri, Nuraminis, Nurachi e così via. Sono tutti comuni che si trovano in prossimità di zone con un elevata concentrazione di nuraghi.
Quando furono costruiti
I metodi di ricerca si basano su prove dirette che cercano di individuare il momento in cui il nuraghe è stato utilizzato per la prima volta.
Quindi grazie a una serie di scavi all’interno e intorno al nuraghe è possibile ritrovare rifiuti abbandonati dagli abitanti e resti di materiali nei combusti dei fuochi.
Questo, aggiunto all’analisi del terreno e allo strato di ritrovamento del nuraghe, permettono di affinare ancora meglio il periodo della nascita.
Tutto questo ci permette di sapere che la civiltà nuragica si estende dall’età del bronzo, nel 1800 a.C, fino al II secolo a.C., quindi in epoca romana. Nell’arco di questi secoli, la civiltà ha subito numerose trasformazioni ed evoluzioni che spiegano il motivo per cui esistono delle differenze nella conformazione dei nuraghi.
Architettura
I nuraghi venivano costruiti utilizzando pietre naturali con forme squadrate. Ogni masso veniva collocato in modo da incastrarsi perfettamente con quelli già posizionati.
La costruzione avveniva senza l’utilizzo di malta o materiali che rendevano la struttura più stabile. Ma vista la loro abilità, non ce n’era bisogno!
L’entrata, solitamente collocata sul lato sud o sud-ovest, è di forma trapezoidale con una grande pietra allungata che funge da architrave. Da qui si accede a un corridoio breve che termina in una camera centrale. Questa è di forma circolare e presenta un soffitto voltata a falsa cupola, che si stringe verso l’alto, comunemente chiamata Tholos. La chiusura avveniva per mezzo di una pietra che costituiva parte del pavimento della camera sovrastante.
Lo spessore dei muri, l’altezza delle camere, l’utilizzo della gravità, è tutto frutto dell’esperienza fatta dai nuragici nel corso dei secoli.
Come vennero costruiti
Non si hanno fonti certe che spiegano come venivano costruiti queste strutture così complesse.
Certo è che le pietre utilizzate sono quelle che si trovavano nelle immediate vicinanze. Quelle più usate, e anche le più resistenti, erano le pietre di basalto.