Cornacchie grigie

GLI “ATTACCHI” NERI
È di pochi mesi fa la storia della coppia di Cornacchie grigie (Corvus cornix) che a Roma ha mandato all’ospedale alcuni passanti: notizia data diversi quotidiani e ripresa da tutti i siti online
La storia di Roma d’altronde è una situazione già vista: non è la prima volta che gabbiani o cornacchie attaccano i passanti a Roma e anche in altre città.
È capitato anche in quel di Nichelino, periferia sud di Torino, nel maggio 2020, ma la notizia non ha avuto molto risalto, rispetto a quelle di Roma, dove la risonanza capitolina è senz’altro maggiore.
Ma basta guardare un po’ addietro per accorgersi che anche Roma non è un caso isolato, ma le stesse cornacchie dell’Eur hanno attaccato i passanti sia nel 2017 che nel 2019.
Il comportamento dei due corvidi è stato sviscerato abbastanza bene e non mi dilungherò ulteriormente sugli aspetti della vicenda:
i due uccelli difendono il piccolo che da poco si era involato e che presumibilmente si trovava nei paraggi. Questo tipo di difesa attiva si chiama in etologia “aggressività interspecifica” ed è stata studiata dal famoso ricercatore Konrad Lorenz,
nei cani ma anche in una specie parente della cornacchia, la taccola (Corvus monendula).

Generalmente questo tipo di difesa è ritualizzata, cioè non conduce ad uno scontro fisico, e serve ad esempio a segnare il territorio di nidificazione
quello di caccia e a scoraggiare che i predatori possano predare le uova o i piccoli nel nido. Ad esempio le cornacchie fanno picchiate e falsi attacchi nei confronti dei rapaci o di altri predatori a quattrozampe che possano insidiare il nido.
Fra questi, anche l’Uomo.
Facciamo un passo indietro però. Le cornacchie sono animali molto intelligenti. Studi hanno indicato che sanno contare (sembra fino a 5) e hanno un cervello che fa tesoro delle conoscenze sensoriali, potendole trasmettere agli altri individui.

Questa caratteristica è peculiare e nel mondo animale, avvicina i corvidi ai primati, cioè le cornacchie hanno un cervello che si avvicina a quello di uno scimpanzè, anche se l’evoluzione li ha separati ben 320 milioni di anni fa, all’epoca dei dinosauri.
In parole povere, la cornacchia fa esperienze nel mondo reale e le insegna ai suoi simili in maniera conscia, non per tentativi casuali.
A Torino e in altre città le cornacchie grigie sanno svuotare i cestini dei rifiuti per cibarsi degli avanzi e lo fanno regolarmente ogni mattina.
Lo insegnano ad altri. Ovviamente sanno farlo con i cestini aperti e ora che molti di questi sono stati sostituiti da cestini con coperchio spegnisigaretta, le cornacchie sono ad un bivio:
rinunciare a nutrirsi di rifiuti o escogitare un metodo nuovo per predarli?
Oppure sono capaci di lasciare cadere le noci di un albero esotico, sulla strada trafficata e aspettare che un auto ci passi sopra e le rompa per poi mangiare l’interno,
ovviamente rischiando di essere investite: un gioco pericoloso ma redditizio!
E le cornacchie dell’Eur?
Le cornacchie dell’Eur sono un caso interessante e inquietante al tempo stesso. Vista la costanza degli episodi di attacco interspecifico verso umani nel tempo e l’identità di luogo,
è altamente probabile che si tratti della stessa coppia di pochi anni fa: le cornacchie sono infatti monogame e vivono in media 4 anni (ma arrivano fino a 16 in cattività).
La peculiarità è che non sono mock attacks cioè attacchi di distrazione, rituali, ma si è appunto arrivati (anche se non provato ufficialmente da referti del pronto soccorso) a lesioni fisiche, immaginiamo di lieve entità.

Questa è la cosa interessante e inquietante. Interessante perché è uno sviluppo di quella coscienza di sé che ha la cornacchia come animale pensante,
che la fa attaccare un Uomo con violenza deliberata e non con un rituale, inquietante perché se venisse trasmessa, sarebbe l’inizio di una guerra dichiarata tra corvidi e umani.
Che per entrambi non sarebbe affatto vantaggiosa, diciamocelo pure!