Biodiversità



In tempi recenti sentiamo pronunciare con grande frequenza il termine biodiversità agricola…ma cos’è di preciso?

Cos’è e come tutelarla con le scelte alimentari
In ecologia, ci si riferisce alla varietà di organismi viventi, riunisce diverse specie e forme di vita nelle dinamiche di evoluzione dei loro ecosistemi.
Come influenza la vita di tutti i giorni? Dalle origini del termine fino ai prodotti biodinamici, ecco un breve excursus di come la biodiversità sia di fondamentale importanza per l’intero Pianeta.

Quante tipologie ne esistono?
La ricchezza di specie ed ecosistemi è una caratteristica fondamentale per il nostro Pianeta e contribuisce alla stabilità di ogni ambiente sulla terra.
Il termine biodiversità è piuttosto recente: è l’entomologo statunitense Edward O. Wilson a individuare una parola per descrivere la ricchezza delle forme di vita animali e vegetali del pianeta in cui viviamo.
Ecologi e biologici descrivono tre tipi di biodiversità:
genetica
di specie
di ecosistemi
La presenza di innumerevoli forme di vita sul pianeta contribuisce a rendere la Terra un ecosistema globale stabile, e questo si riflette inevitabilmente sul potenziale benessere della popolazione.
Le azioni umane, però, tendono a compromettere in modo serio l’ambiente: dall’inquinamento alle emissioni, l’urbanizzazione e la deforestazione.

La biodiversità alimentare è a rischio
Purtroppo oggi questo patrimonio genetico, questa diversità di forme di vita è sempre più minacciata e rischia di assottigliarsi sempre più con conseguenze imprevedibili per l’intera umanità.
Attualmente le varietà coltivate si riducono a poche decine di ibridi e incroci, creati per venire incontro alle necessità dell’agricoltura intensiva per la quale sono molto importanti il risultato quantitativo e la regolarità della produzione.
L’omologazione tecnologica del sistema agroalimentare ha favorito un appiattimento della variabilità delle piante coltivate: oggigiorno circa 30 piante coprono il 95 per cento del fabbisogno nutritivo mondiale.
L’agricoltura intensiva su larga scala ha soppiantato la coltivazione delle sementi “antiche”, sostituendole con gli ibridi “moderni”
più adatti per sopportare i trattamenti chimici e gli standard della produzione su larga scala (monocoltura, meccanizzazione, raccolta prematura e così via).
Purtroppo negli ultimi 50 anni, secondo le ultime stime, sono scomparse dal pianeta circa 300.000 varietà vegetali.
Questo processo si è intensificato negli ultimi anni e si pensa, a ragion veduta, che circa un quinto delle specie vegetali ed animali non sopravviverà a lungo.

La riduzione della biodiversità alimentare è un danno per tutti
Del resto, l’uso massiccio della chimica in agricoltura ha dimostrato di presentare diversi svantaggi: il numero delle malattie parassitarie dovute a virus, batteri e funghi è costantemente aumentato; inoltre, con l’introduzione di varietà seminative estranee a quelle locali, una certa quantità di virus e batteri è passata da un continente all’altro portando gravi squilibri agli ecosistemi agricoli.
Le sementi tradizionali, selezionate in millenni di esperienze agricole umane, perfettamente adattate alle più diverse condizioni ambientali, rappresentano la memoria storica e biologica dell’agricoltura.
La progressiva erosione genetica (graduale scomparsa delle specie animali e vegetali) potrebbe provocare danni incalcolabili all’ambiente e all’uomo, in quanto una volta ridotto drasticamente il patrimonio genetico
verrebbero a mancare quelle capacità naturali e spontanee di trasformazione e adattamento evolutivo alle diverse condizioni presenti e future del pianeta.
ItalyVox rimane impegnata a fianco dei piccoli produttori custodi della biodiversità a 360°