AL CENTRO NORD HA PIOVUTO IL 40% IN MENO

Negli ultimi tre mesi al centro nord, ha piovuto il 40% in meno degli ultimi 30 anni. I dati peggiori riguardano il Piemonte, in cui si è registrato un -84% rispetto agli ultimi anni.

di Cristiano Sandona’

La siccità durerà ancora. “Le previsioni meterologiche non offrono sufficienti garanzie di precipitazioni in grado di coprire il gap di fabbisogno che si è creato nel corso di questo inverno anomalo, oltremodo secco e siccitoso” si legge in una nota dell’Autorità di bacino distrettuale del Po. 
L’ultima precipitazione degna di nota risale al dicembre scorso e, fino ad oggi, i fiumi sono rimasti asciutti.
Tutte le regioni del Nord e una parte delle regioni del Centro stanno soffrendo gli effetti disastrosi causati dalla siccità.

Gli esperti del settore hanno spiegato che, secondo i vari dati e le statistiche aggiornate nel corso del tempo, l’inverno, solitamente, nel Nord Italia è molto secco e presenta poche piogge.
Il vero problema, in questo caso, riguarda una mancanza di precipitazioni che risalirebbe ad alcuni mesi prima dell’inizio dell’inverno.
Quindi, già a partire da settembre, ottobre, le precipitazioni sarebbero state scarse se non del tutto assenti. (Autunno straordinariamente asciutto)

Nel Nord Italia, tuttavia, a mancare non è stata soltanto la pioggia. Anche la neve ha scarseggiato sui monti. 
E non dobbiamo dimenticare che la neve è una risorsa importante per i territori circostanti perché contribuisce all’apporto di acqua nei campi soprattutto all’inizio della primavera, quando le temperature un po’ più calde ne favoriscono lo scioglimento e l’arrivo a valle per dare ristoro ai campi già assetati a causa della leggera calura primaverile.

La causa della mancanza di neve è da ricercare nelle alte temperature che si sono registrate quest’anno, superiori rispetto alla media di ben 2,5 gradi.

Questo ha impedito alla neve di accumularsi sui monti, favorendone l’immediato scioglimento.
Gli studiosi affermano che, ad impedire l’arrivo della pioggia, l’accumulo della neve e l’abbassamento delle temperature, possa essere una barriera invisibile di alta pressione che impedirebbe il passaggio alle correnti fredde provenienti dall’Atlantico che potrebbero portare le piogge.

La mancanza di acqua porta con sé molteplici problemi legati al settore dell’agricoltura e dell’allevamento.
Inoltre, la mancanza di acqua rende il territorio meno fertile e molto più arido e questo potrebbe  causare un aumento nell’incidenza di frane o alluvioni improvvise in caso di perturbazioni importanti.

Certamente, un dato concreto è che il Paese si trova nella morsa della siccità e che uno dei pochi provvedimenti che possiamo prendere riguarda un reale e concreto cambio di rotta. Tutto questo è, infatti, causato dal cambiamento climatico in atto.
L’Italia si avvia, piano piano, a diventare un Paese dal clima tropicale, in cui le precipitazioni sono scarse e concentrate soltanto in pochissimi e brevi periodi dell’anno.


È di qualche giorno fa il report Ispra che assegna all’Italia la maglia nera come paese in cui si registrano le temperature più calde del mondo. Ora anche i dati raccolti dall’osservatorio Ambi sulle risorse idriche sono un campanello d’allarme degli effetti devastanti del cambiamento climatico sul nostro paese e in particolare sulla situazione dell’acqua.
Per evitare che ciò accada possiamo certamente influire sui nostri comportamenti e, seppur nel nostro piccolo, possiamo iniziare a fare qualcosa per tutti noi.
Anche un solo, piccolo cambiamento potrebbe essere importante e, sicuramente, a lungo andare farebbe la differenza, per ognuno di noi.

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